Cosio, Nicola e Svetlana? Un delitto senza cadavere e un vero movente

Il nipote della donna scomprsa: nessuna lite per la casa

Svetlana Balica con il marito Nicola Pontiggia

Svetlana Balica con il marito Nicola Pontiggia

Morbegno, 4 dicembre 2017 -  Nicola furioso per via dell’appartamento che Svetlana aveva dato ai suoi familiari? Impossibile. Lui sapeva da due anni che io e mia moglie vivevamo lì, è venuto al nostro matrimonio, eravamo in ottimi rapporti». A parlare è Radu Turcanu, nipote di Svetlana Balica, la 44enne moldava residente a Cosio Valtellino (Sondrio) scomparsa da oltre un mese e che secondo gli investigatori sarebbe stata uccisa dal marito Nicola Pontiggia, 55 anni, che poi avrebbe deciso di togliersi la vita simulando un infortunio sul lavoro. Ieri mattina il giovane moldavo ha deciso di scriverci proprio come aveva fatto il 6 novembre scorso, quattro giorni dopo la misteriosa morte di Nicola, chiedendoci di aiutarlo a ritrovare la zia scomparsa.

Questa volta per fare chiarezza sul possibile motivo di attrito tra i due coniugi che avrebbe portato al tragico epilogo. Una delle piste che poteva essere vagliata dagli investigatori dopo le affermazioni dell’imprenditore Gian Maria Castelli, titolare dell’ impresa edile nella quale da 27 anni lavorava Pontiggia: «Aveva acquistato una casa nella capitale della Moldavia, ma da tempo voleva venderla – ha raccontato –. Lei, invece, avrebbe voluto andarci a vivere con lui. Ma a farlo imbestialire fu la scoperta fatta a metà ottobre, quando andò là con Balica: l’appartamento era occupato dai parenti della donna, su autorizzazione di quest’ultima e senza che lui lo sapesse».

Una chiave di lettura, con l’ipotesi che lei volesse lasciarlo, per cercare di trovare una logica a un fatto di sangue avvolto nel mistero, come del resto la sparizione del corpo di Svetlana: Pontiggia avrebbe avuto a disposzione tredici minuti per farlo sparire e, nonostante un lasso di tempo così breve, il corpo della donna non si trova. Ma è il nipote stesso a “cancellare” l’ipotesi della lite per la casa: «Non può essere questo il motivo del litigio – scrive Radu - Vivo in quell’appartamento dal 2015, Svetlana mi ha dato l’autorizzazione e Nicola lo <WC1>sapeva fin da subito. Di certo non hanno discusso per l’appartamento».  Radu sin dal giorno dopo la morte di Nicola ha temuto che sua zia fosse morta. A dirglielo è stato il 3 novembre un parente del cinquantacinquenne: «Svetlana è scappata, pensiamo sia venuta in Moldavia – gli ha scritto - Nicola è morto, si è suicidato per la disperazione. Pensiamo che l’abbia uccisa».