Sondrio, applausi scroscianti per una cena tra amici con sorpresa

Lo spettacolo Le prénom ha tenuto incollati al palco gli occhi degli spettatori del Teatro sociale di Sondrio per due ore

Le prénom- cena tra amici al Teatro sociale di Sondrio

Le prénom- cena tra amici al Teatro sociale di Sondrio

Sondrio, 10 gennaio 2018 - Non ci si perde un istante, una parola, una smorfia. Le prénom- cena tra amici, in calendario il 9 gennaio 2018, ha tenuto incollati al palco gli occhi degli spettatori del Teatro sociale di Sondrio per due ore. Due ore incalzanti, cariche di sarcasmo e ironia. Anche se l'abbiamo vista al cinema o in tv più volte e in diverse salse, non ci si stanca mai di assistere a una rappresentazione brillante, che porta in scena un'apparentemente semplice cena tra quarantenni, costretti in una location che non cambia: il salotto dei padroni di casa. Rappresentato a Parigi nel 2010, Le prénom ottiene sei nomination al Prix Molière dell'anno seguente e viene adattato al grande schermo dai suoi stessi autori (in Italia esce con il titolo Cena tra amici). La nuova messinscena italiana, nella riscrittura di Fausto Paravidino, mantiene inalterati ritmo e disinvoltura originari, grazie a un cast raffinato che si merita i minuti di applausi. Non ci si stanca anche perché la storia, da un salotto, ci porta nel mondo, ci costringe a muovere la mente di qua e di là. È una sera come tante, cinque amici, tutti appartenenti alla media borghesia, si ritrovano. Oltre ai padroni di casa (Elizabeth e Pierre), entrambi docenti, ci sono il fratello di lei (Vincent), agente immobiliare, e la sua compagna (Anne), in dolce attesa e in ritardo a causa di un impegno di lavoro, mentre l'amico single (Claude) suona in un'orchestra sinfonica. Tutto sembra degenerare, potrebbe trasformarsi in un Carnage (altro storia sui generis), quando Vincent, che presto diventerà padre, comunica l'intenzione di chiamare il figlio Adolf. Per i presenti, in special modo Pierre, un oltraggio inaccettabile. La discussione prende vita propria, investendo valori e scelte personali. Nella catena infinita di colpi di scena, rancori, recriminazioni e legami profondi, sono tutti coinvolti, mentre, in tavola, una cena marocchina senza più appeal si raffredda. Il ritmo serrato si allenta a tratti, fino al colpo di scena finale: Claude, da sempre considerato omosessuale, in realtà ha una relazione con Françoise, la madre di Elizabeth e Vincent. E ritorna il caos che esplode con un cazzotto sulla faccia di Claude. Poi tutto tace e, alla fine, ci si catapulta nel futuro, con la nascita di Adolf che, in realtà, i genitori volevano chiamare Henry (come il nonno) ma, essendo femmina, finisce per essere semplicemente Françoise, per la gioia della nonna e la pace di tutti.