Sondrio, i detenuti fanno lo sciopero della fame contro la direttrice

I 25 uomini che hanno firmato la lettera inviata al Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano hanno l'appoggio dei Radicali e della Rete di quasi 1.300 cittadini che aveva già denunciato problemi nella Casa circondariale in passato

Il carcere di Sondrio

Il carcere di Sondrio

Sondrio, 29 settembre 2016 - Venticinque dei 37 detenuti nel carcere di Sondrio hanno proclamato lo sciopero della fame contro la direttrice della Casa circondariale, Stefania Mussio, denunciando comportamenti che violerebbero i loro diritti. “Ha vietato più volte l’ingresso al Garante dei detenuti fino a metterlo in condizione di rinunciare al suo incarico – hanno scritto al Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano – e anche alle volontarie “Le dame di San Vincenzo” che da anni aiutavano noi detenuti con supporti morali e materiali di prima necessità. Ci vieta il consenso a chiamare i nostri legali se non adduciamo motivazioni per lei convincenti, fino a convincerci a non telefonare. Ci minaccia di ritorsioni se non eseguiamo come marionette i suoi ordini e ci costringe in celle sovraffollate quando ce ne sono di inutilizzate. Una situazione non più sostenibile, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’episodio che ha visto un nostro compagno di detenzione rischiare la vita per colpa della direttrice, salvato solo grazie alla professionalità del personale infermieristico coordinato dal dottor Alì El Azaymeh (che, la scorsa settimana, ha ricevuto il divieto a entrare in carcere per ordine di servizio della stessa Mussio)”.

Per questi motivi oltre due terzi dei detenuti ha proclamato lo sciopero della fame “e per il momento – scrivono -  ci sottoporremo solamente alla pesate giornaliera, finché non verranno presi provvedimenti corretti ed effettivi dalle autorità preposte, utili alla risoluzione dei problemi. Chiediamo un colloquio con il Garante nazionale dei detenuti e rifiutiamo qualunque colloquio con il personale interno dell’Istituto che, come consuetudine, la direttrice manderà per risolvere problemi che ha creato lei e che mai ci sono stati prima del suo arrivo”.

E l'iniziativa dei detenuti ha l'appoggio dei Radicali Sondrio: “I segnali di forte disagio erano chiari da diversi mesi ed era quindi prevedibile che si potesse arrivare a questa situazione apertamente conflittuale - afferma il portavoce Gianfranco Camero -. Le dimissioni nel marzo scorso del Garante dei detenuti, Francesco Racchetti, che denunciava l'impossibilità di esercitare la sua funzione (peraltro sostenuto in questo senso dalle organizzazioni di volontariato nel carcere) rappresentava un campanello d'allarme. Nel sostenere le pacifiche rivendicazioni espresse dai detenuti, ci associamo nel ribadire quale sia il nodo del problema, sollecitando le autorità competenti ad affrontare con coraggio la questione, prima che la situazione possa degenerare”.

Sull'argomento interviene anche  la Rete dei cittadini e delle associazioni firmatari della lettera aperta sul carcere di Sondrio e sulle dimissioni del Garante dei detenuti. 

"Le notizie di eccezionale gravità che giungono dal carcere di Sondrio - scrivono - da un lato preoccupano per la situazione di sistematica violazione di diritti, innanzi tutto dei detenuti, ma poi anche degli operatori; d’altro lato suonano – purtroppo - come pesante conferma di quanto a suo tempo denunciato nella relazione dell’allora Garante dei diritti delle persone  detenute e successivamente nella lettera sottoscritta da 1279 cittadini e da 25 associazioni".