Valtellina, il caldo africano fa bene ai rifugi sui monti

Sono oltre 60 le strutture sparse su un territorio fatto di boschi, pascoli e vette quali Bernina, Badile e Gran Zebrù, capisaldi della storia dell’alpinismo

Spazio alle gustose specialità locali, tra i quali figurano gli “sciatt”

Spazio alle gustose specialità locali, tra i quali figurano gli “sciatt”

Sondrio, 26 giugno 2017 - Grazie al caldo africano, la stagione dei rifugi in Valtellina è partita con il piede giusto. Sono oltre 60 le strutture sparse su un territorio fatto di boschi, pascoli e vette quali Bernina, Badile e Gran Zebrù, capisaldi della storia dell’alpinismo. In questi luoghi, a un passo dal cielo, si respirano aria buona e ospitalità schietta. «Abbiamo aperto i primi giorni di giugno - spiega Emanuele Bergomi, gestore del rifugio Zoia in valmalenco - il weekend si lavora bene anche se siamo solo all’inizio». Arrivano soprattutto italiani, in macchina per lo più. «Gli stranieri - aggiunge - aspettano che i passi siano liberi dalla neve». Molto più in alto, a 2.845 metri, nel Comune di Bormio, anche il Rifugio Garibaldi - Dreisprachenspitze è operativo da poco. «Abbiamo iniziato con bar e ristorante, ma ci sono già prenotazioni per le camere recentemente rinnovate», spiega la titolare, Caterina Magatelli. Si nota una riscoperta dell’alta quota che passa dalla tendenza a godere dei sentieri impervi dell’alta valle, in bicicletta o a piedi.

I temerari parlano per lo più tedesco e inglese: da un paio d’anni, gli stranieri hanno superato gli italiani quanto a presenze. Se la partenza è buona, nessuno sa come proseguirà la stagione. Si spera che il bel tempo possa dare soddisfazione a un mestiere di fatica e sacrifici. Una vita così non si può affrontare se, a monte, manca la passione, quella che emerge viva nelle parole di Valentino, gestore da 40 anni del rifugio Baita del Capriolo, a 2000 metri in Val di Lei. Anche qui gli italiani sono in calo, ma le presenze, nonostante la stagione non sia ancora al suo clou, non mancano. Si pranza con i sapori dell’alpeggio: «Formaggio dei miei fratelli e pancetta che faccio fare con le bacche di ginepro», racconta. Senza dimenticare il piatto di pizzoccheri, anche se col caldo la scelta degli escursionisti ricade sulle insalatone. «In quota, decide tutto il tempo - aggiunge -. Serve il sole, anche se per le bestie è un po’ asciutto». Dovrebbe piovere durante la settimana e far bello il week end, come sottolinea giustamente Elisa Montani, gestore del rifugio Trona Soliva a Gerola Alta (1.900 metri). «Facciamo circa 25 coperti la domenica e una ventina il sabato - precisa -. Tanti milanesi, comaschi, lecchesi e bergamaschi». Molto utili la nuova cartina dei rifugi e la tesserina Girarifugi e alpeggi, da scaricare da internet o richiedere agli infopoint.