Tempi d’attesa "infiniti", con l'emergenza influenza il Pronto soccorso va in tilt

Negli ultimi giorni i pazienti sono quasi raddoppiati

Il pronto soccorso di Morbegno (Nat.Press)

Il pronto soccorso di Morbegno (Nat.Press)

Sondrio, 10 gennaio 2017 - Tempi d’attesa biblici, nelle ultime settimane, al Pronto soccorso di Sondrio che ultimamente si è trovato a far fronte, come tutti i Ps della Lombardia, all’emergenza influenza. L’incremento dei pazienti di circa il 50% rispetto al normale (130 richiese di prestazioni giornaliere rispetto alle 90 ordinarie) ha fatto andare in tilt l’organizzazione della struttura.

Molte le segnalazioni di persone che entrate al Ps alle 10 e dimesse non prima delle 20 o addirittura, di gente che vista la coda che quasi fuoriusciva dalla porta d’ingresso, hanno rinunciato a farsi visitare. Tutto questo alla luce del fatto che il Ps di Morbegno è praticamente inesistente visto che la maggior parte dei pazienti che chiedono prestazioni sanitarie vengono dirottati verso Sondrio, tranne nei casi in cui il quadro clinico possa essere riferito a patologie o traumi di competenza di specialisti già presenti in struttura: pochi e la maggior parte presenti in fasce orarie ambulatoriali.

«Al Ps di Morbegno viene garantita la diagnostica di base con il supporto specialistico quando gli specialisti sono presenti in presidio - ha spiegato Giovanni Monza, direttore sanitario di Asst Valtellina e Alto Lario -. È un Ps che ha dimensioni confacenti alle dimensioni del presidio e se quanto è presente a Morbegno non soddisfa le esigenze del paziente, lo stesso viene trasferito o dirottato verso Sondrio. A Sondrio la situazione di emergenza che si è verificata nei giorni scorsi è la stessa che si è verificata in tutti i Ps lombardi a causa dell’epidemia influenzale che ha raggiunto, fra fine dicembre e inizio gennaio, il suo picco. Il tutto è stata aggravato dal fatto che durante le festività, i medici di base non sono reperibili con conseguente corsa dei pazienti al Ps».

Aumento dell’affluenza ma anche aumento dei ricoveri che ovviamente hanno rallentato il processo di visita e collocazione dei pazienti. «Un rallentamento che si è generato nonostante il modello “triage” e la presenza di un medico sulle 24 ore oltre ad un altro medico di supporto presente nelle fasce orarie di maggior affluenza - prosegue Monza -. Stiamo comunque lavorando per ottimizzare le prestazioni. Da un paio di settimane abbiamo attivato il percorso “Fast track” attraverso il quale i pazienti che vengono inquadrati come minori (codice bianco e verde) vengono inviati direttamente dallo specialista di competenza. Inoltre alle dimissioni non è più necessario passare dal Ps e i pazienti possono lasciare il presidio subito dopo la visita. Ma sappiamo che dobbiamo ancora migliorare e lo stiamo facendo. Stiamo lavorando su alcune situazioni di criticità che abbiamo e speriamo che per il prossimo giugno possa partire un nuovo modello di Ps».