Settanta profughi nella frazione, i residenti: "Valle di Colorina è un ghetto"

I residenti raccolgono le firme: "Bevono e urlano, abbiamo paura"

Gli immigrati destinati a Colorina sono ospitati in una struttura alberghiera

Gli immigrati destinati a Colorina sono ospitati in una struttura alberghiera

Sondrio, 13 febbraio 2017 - Una settantina di profughi in un paese che non conta nemmeno 1.500 abitanti, raccolti per lo più in una frazione di 200 anime che ora, a detta degli abitanti, si è trasformata in un ghetto. A Colorina la gestione dei migranti è diventata ormai un serio problema: a novembre dello scorso anno il sindaco, Doriano Codega e il parroco, don Giampaolo, avevano incontrato il prefetto Giuseppe Mario Scalia per portare all’attenzione una situazione diventata insostenibile, e in questi giorni si è mobilitato anche il paese con una raccolta firme per chiedere di limitare il numero di ospiti all’albergo «Villa dei Tigli». I settanta che sono ora ospitati, secondo l’amministratore ma anche i cittadini, sono decisamente troppi, ben oltre i 2,5 ogni mille abitanti previsti del Piano di accoglienza predisposto da Anci e dal Governo e, evidentemente, non ancora attuato. A Colorina, se il piano fosse rispettato, ce ne potrebbero essere 3, 4 al massimo, invece ne vengono ospitati quasi venti volte tanti. Nella petizione i cittadini sottolineano che il numero di migranti è «proporzionato in relazione al numero di abitanti, ed evidenziano anche problemi di convivenza.

«I ragazzi accolti presso Villa dei Tigli – si legge – sono soliti gettare cartoni di vino vuoti e bottiglie di vetro, abusare di alcolici per poi passeggiare ubriachi in gruppi più o meno numerosi per il paese cantando e urlando. Questo genera negli abitanti di Colorina e dei paesi limitrofi un senso di paura e di angoscia, specie nel frequentare luoghi come il Sentiero Valtellina sul tracciato locale, il sottopasso ferroviario di Berbenno e il tratto stradale tra la stazione e l’albergo». La petizione, che presto verrà inviata al prefetto, chiede di ridurre il numero dei migranti accolti, dagli attuali 70 a un massimo di dieci.