Cosio, presidio leghista all’Hotel Bellevue: "Spacciatori alloggiati a nostre spese"

Una ventina di militanti in azione: vanno rimpatriati

SIT–IN Manifestazione della Lega davanti all’Hotel Bellevue dove erano alloggiati alcuni  dei  profughi denunciati

SIT–IN Manifestazione della Lega davanti all’Hotel Bellevue dove erano alloggiati alcuni dei profughi denunciati

Cosio Valtellino, 17 dicembre 2017 - Una ventina di militanti della Lega Nord, armati di bandiere e volantini, ieri mattina davanti all’hotel Bellevue di Cosio Valtellino per protestare «contro gli spacciatori alloggiati a nostre spese come presunti profughi»  spiegano. Il presidio è stato promosso dal senatore valtellinese Jonny Crosio, che dopo il blitz dei carabinieri che ha portato alla denuncia di tre ospiti trovati con sostanze stupefacenti ha deciso di presentare un’interrogazione ai ministri dell’Interno, Marco Minniti, e della Giustizia, Andrea Orlando, per chiedere l’espulsione dei delinquenti e la revoca dell’abilitazione all’albergatore a partecipare ai bandi per l’accoglienza.

«Chi viene trovato con droga deve essere subito rimpatriato – ha affermatoi il senatore – e l’hotel va immediatamente chiuso perché è un ricettacolo di malaffare come dimostrato dalle indagini. E chiediamo che il Bellevue venga tolto dalle liste delle strutture che partecipano a bandi nazionali per l’assegnazione di posti da destinare a presunti profughi. Ricordo che gli 81 ospiti della struttura costano al contribuente 950mila euro l’anno. Soldi che lo Stato, invece, dovrebbe destinare a pensionati, anziani in difficoltà e giovani disoccupati, che sono molti in Valtellina e Valchiavenna». Il presidio promosso dal senatore col responsabile per gli enti locali Massimo Sertori, e altri rappresentanti del partito si è svolto senza problemi di ordine pubblico alla presenza di decine di uomini in divisa. Presente anche un mezzo del Reparto Mobile della Polizia proveniente da Milano e il dirigente Carlo Bartelli, alla guida della Squadra Mobile di Sondrio. La mattinata davanti al Bellevue ha registrato solo un attimo di tensione, quando Silvia, figlia del titolare dell’hotel, Giulio Salvi, ha avvicinato Jonny Crosio chiedendo di parlargli. «Magari un’altra volta» ha risposto il senatore leghista.