Sondrio, nei piatti della mensa tanta solidarietà per italiani e stranieri

Sono una quarantina gli ospiti grazie al sostegno di Pro Valtellina

I volontari che lavorano nella mensa cittadina (National Press)

I volontari che lavorano nella mensa cittadina (National Press)

Sondrio, 11 febbraio 2017 - Dalla cucina della mensa sociale davanti al tribunale di Sondrio, insieme ai piatti fumanti esce autentica carità. Quella dei volontari di «Amici di vita nuova», costola dell’operazione Mato Grosso. Sono una quarantina, distribuiti sui tre giorni di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 12 alle 13. Ieri, il menu prevedeva pasta agli asparagi, bresaola, patate al forno e dolce, conditi con quell’amore verso l’altro che rende tutto più buono. «Il nostro obiettivo è dare un segno di carità, senza giudizio o pregiudizio», spiega Lucia Allegrucci, volontaria.

Le porte della struttura, da una quarantina di posti, sono aperte senza condizioni di sorta. Tutti possono entrare. «Le povertà sono diverse», spiega la ragazza, per dieci anni missionaria in Perù. «Lì il povero lo vedi, qui è anche chi non sa gestire quel che ha o chi è solo. Non sta a noi giudicare». E il rispetto è reciproco. «Mi commuove l’umiltà di queste persone, si sentono quasi in difetto e manifestano gratitudine. Mai nessuno si è lamentato per qualcosa». Di storie se ne intrecciano tante, nascoste per lo più nelle pieghe dei silenzi di volti noti e no, in prevalenza italiani.

«La maggior parte arriva dal circondario - aggiunge - ma ci sono anche senegalesi e marocchini, a volte genitori con bambini. Oltre allo zoccolo duro, entrano sempre persone nuove». Da quando ha aperto a fine 2016, gli ingressi sono aumentati. Il primo pasto è stato servito a otto persone, adesso sono una quarantina. Reso possibile grazie al sostegno economico di Pro Valtellina e di benefattori privati, il progetto vede la collaborazione di molti soggetti, attraverso offerte nell’apposita cassettina e generi alimentari. Iperal contribuisce con il fresco, mentre il resto si recupera qua e là.

Si sta pure attivando il contatto col Banco alimentare. Chiunque, cittadini, negozi, può dare una mano. Le possibilità non mancano in quella che, fin da subito, si è trasformata in una grande rete contro la povertà. Dopotutto, l’input è arrivato proprio dal territorio, a seguito della chiusura della mensa in via Lungo Mallero. In futuro, si vorrebbe estendere l’apertura a tutta la settimana, ma le spese sono tante. Sarebbe buona cosa che gli enti locali contribuissero, visto l’impegno profuso dai volontari, il bisogno diffuso e il ruolo sociale che la mensa ricopre: dai locali, i commensali non escono solo con la pancia piena e un sacchetto da portare a casa, ma con la serenità del sentirsi accolti, senza riserve.