2009-11-05
di MICHELE PUSTERLA
— SONDRIO —
NON HA CONTRATTO l’influenza pandemica A. La giovanissima studentessa che, nella serata di martedì, è stata «prelevata» dai propri genitori nella sezione femminile del convitto Piazzi (ne abbiamo riferito in breve nelle pagine di cronaca nazionale dell’edizione di ieri de «Il Giorno), in via Bassi, nel capoluogo valtellinese, non ha fortunamente contratto quel tipo di patologia, come invece temevano i suoi familiari quando è stato loro comunicato che aveva manifestato alcuni sintomi, come febbre alta e tosse.
Gli esami clinici - in particolare il cosiddetto tampone laringeo - avrebbero escluso che la studentessa (della quale ovviamente non riveliamo le generalità) sia stata colpita dalla cosiddetta «influenza suina» che, in conseguenza anche delle morti registrate qua e là nella Penisola italiana, sta diffondendo un certo allarme anche fra i valtellinesi e i valchiavennaschi.
«I genitori della ragazza - spiega il rettore del convitto Piazzi, Simon Pietro Picceni - hanno preferito portarla a casa, a Livigno dove risiedono, in via precauzionale dato che al fratello più piccolo, visitato di recente in una clinica svizzera, è stata diagnosticata l’influenza A. Per questo motivo hanno deciso di togliere da scuola - in via del tutto precauzionale - per qualche giorno gli altri figli, anche se non hanno ancora mostrato nessun sintomo riconducibile all’influenza suina».
«All’interno del convitto - precisa poi Picceni - la percentuale di ragazzi ammalati è nella media con gli anni passati: circa il 10% delle ragazze e la stessa percentuale per quanto riguarda i ragazzi sono allettati».
Nella giornata di ieri non sono stati effettuati interventi di controllo, da parte del personale sanitario dell’Asl provinciale, fra gli ospiti della struttura sondriese che ospitava la ragazza di 14 anni, iscritta al 2° anno dell’istituto tecnico commerciale per ragionieri «De Simoni» al Campus scolastico.
Gli ospiti del convitto sono andati tutti regolarmente ai rispettivi istituti scolastici, come tutti gli altri giorni. Nessun accorgimento preventivo sarebbe, infatti, stato necessario adottare nei loro confronti.
«La mia amica - racconta una coetanea - aveva la febbre qausi a 39, non si sentiva proprio bene. E il fatto che, nei giorni scorsi, il fratellino di 4 o 5 anni sia risultato positivo all’influenza A ha comprensibilmente accresciuto la preoccupazione e l’ansia nella sua famiglia. È stata, secondo il mio parere giustamente, accompagnata a casa. Ma non mi risulta che sia stato disposto il ricovero ospedaliero. È seguita e assisita come una qualsiasi altra malata di influenza».
In ogni caso fra i compagni e le compagni delle due sezioni del Piazzi, quella femminile e quella maschile, sembrerebbe regnare la tranquillità, non ci sarebbe in sostanza uno stato di allerta fra i numerosi studenti che durante la settimana di lezioni sono accolti nei due edifici, uno nel centro storico e l’altro ubicato nel quartiere di viale Milano.
La speranza di insegnanti e di colleghi di studio è che è anche la quattordicenne dell’Alta Valtellina possa tornare al più presto fra i banchi e riprendere cos’ gli studi senza più alcun problema.