2009-10-06
di MICHELE PUSTERLA
— SONDRIO —
«CI È GIUNTA una notizia dolorosissima, la morte improvvisa di padre Giovanni Abbiati».
I “vecchi” del commercio equo e tutti gli operatori ed i bottegai che vendono i prodotti di BASE, Bangladesh, lo conoscevano.
Padre Giovanni Abbiati, 61 anni - fratello di monsignor Francesco, quest’ultimo a lungo vicario episcopale e parroco di Albosaggia - da oltre 30 anni lavorava come missionario saveriano in Bangladesh, nella città di Khulna.
Molti anni fa, quando il prezzo della juta, materia prima coltivata nei villaggi che supportava, era crollato per l’avvento della plastica, il religioso nato nel 1948 a Chiuro da famiglia originaria di Montagna in Valtellina era venuto a conoscenza dell’idea del commercio equo e solidale sviluppato in Germania. Infaticabile imprenditore, aveva proposto ad un gruppo di amici della Valtellina che sostenevano la sua missione in Bangladesh, di importare manufatti di juta prodotti dalle donne dei suoi villaggi, seguendo i criteri del nascente commercio equo. Da questi primi passi si è sviluppato tutto il movimento del commercio equo.
«Questa notte (mattina in Bangladesh) - riferiscono alcuni operatori del settore - l’automobile utilitaria su cui viaggiava padre Giovanni, nei dintorni di Khulna, si è scontrata frontalmente con un grande automezzo, un camion o un pullman, le notizie sono ancora confuse, e il missionario saveriano è morto poco dopo il violentissimo impatto, a causa delle gravissime lesioni subite». In poche ore la tragica notizia è rimbalzata a Sondrio. Il religioso, nel 1973 a Parma e due anni dopo missionario, da tempo aveva espresso il desiderio di venire sepolto nella terra che lo aveva a lungo ospitato. Oggi si terrà il funerale. Il fratello, monsignor Francesco Abbiati, ha dichiarato: «I tempi troppo stretti mi hanno impedito di avere le carte in regola per l’espatrio. Non potrò, pertanto, essere presente alla cerimonia, ma mi ripropongo di andare laggiù al più presto». BASE è ora una grande e fiorente organizzazione di commercio equo, esporta verso diverse centrali italiane ed ha ancora un legame particolarmente stretto con la bottega di Sondrio e della sua provincia. «Siamo particolarmente vicini a Lidia e Benedetto della bottega Solidarietà di Sondrio, ad Annamaria ed Enrico, storici fondatori del commercio equo, per una perdita così grave», fanno sapere i colleghi operanti in Emilia Romagna.
Dunque, la Valtellina a pochi giorni dalla scomparsa di monsignor Ugo Pedrini, piange un altro sacerdote che tanto si è distinto per il bene del prossimo, in particolare per chi vive in situazioni difficili e di povertà in un Paese lontano dall’Italia. Lo spessore della sua opera nello stato asiatico era stato sottolineato anche in occasione di una recente visita del vescovo di Como e Sondrio, Diego Coletti.