Cosio Valtellino, ennesimo gatto barbaramente ucciso. La Lav: tortura inaudita

Accanto a lui, appesi ad un muro, alcuni lacci in metallo utilizzati per confezionare una sorta di cappio: un rudimentale strumento di tortura a cui il gatto è stato barbaramente sottoposto

I lacci in metallo con cui è stato ucciso il gatto

I lacci in metallo con cui è stato ucciso il gatto

Cosio Valtellino (Sondrio), 31 marzo 2017 - Non c’è pace per cani e gatti in Bassa Valle. Pochi giorni fa è stato rinvenuto un felino senza vita, nei pressi della scuola elementare di Cosio Valtellino. L’ultimo di una lunga serie. Accanto a lui, appesi ad un muro, alcuni lacci in metallo utilizzati per confezionare una sorta di cappio: un rudimentale strumento di tortura a cui il gatto è stato barbaramente sottoposto. E non è l’unico, piazzato nella zona, da ignoti senza scrupoli.

“Si tratta di trappole barbaramente costruite, presumibilmente per impedire l’accesso dei gatti all’interno delle proprietà private - ipotizzano dalla sezione valtellinese della Lav - . Il 23 marzo abbiamo ricevuto alcune segnalazioni che denunciavano l’episodio, l’ennesimo nella zona, e ci siamo precipitati sul posto per appurare il fatto. Nel frattempo, mani pietose che hanno rinvenuto l’animale agonizzante, si sono premurate di sotterrarlo e, una volta riesumata la carcassa, ci siamo trovati dinnanzi un’immagine raccapricciante: il gatto incappato nell’esca è morto per la lacerante compressione dei lacci all’altezza del petto”.

Una tortura inaudita che, a detta degli esperti, ha ucciso l’animale al culmine di un’atroce sofferenza. “Lo abbiamo portato istituto zooprofilattico dove ci hanno confermato che spirato per arresto cardiocircolatorio a causa delle gravissime lesioni riportate a causa della pressione dei lacci”, spiegano gli animalisti. Un atto “criminale” che spinto i vertici della Lav a segnalare l’episodio alle forze dell’ordine. “Una volta raccolto il materiale, referto necroscopico e inequivocabili fotografie, ci siamo rivolti ai carabinieri di Morbegno affinché gli autori di un simile scempio non restino impuniti”. Non solo. “Alla luce di quanto accaduto, e continua ad accadere, vogliamo lanciare un appello a tutti i Comuni affinché adottino misure di prevenzione che, attraverso specifico regolamento di tutela, possano scongiurare il ripetersi di questi scenari”.