Fatture false per evadere il Fisco: sotto inchiesta 20 imprenditori

Il giudice ha concesso una proroga dell'indagine

La GdF al lavoro (Orlandi)

La GdF al lavoro (Orlandi)

Sondrio, 17 luglio 2017 - Una maxi-evasione di migliaia di euro, resa possibile da una montagna di false fatture per operazioni inesistenti, sulla quale da tempo si sono accesi i fari di un’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Sondrio. In questi giorni il titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Stefano Latorre, ha chiesto e ottenuto dal gip Carlo Camnasio la proroga di ulteriori sei mesi degli accertamenti investigativi. Nel mirino sono finite una ventina di persone, la maggior parte delle quali imprenditori edili e titolari di importanti ditte, alcune delle quali legate al mondo dell’edilizia.

Le ipotesi di reato, oltre all’emissione di false fatture e alla classica evasione fiscale, per alcuni degli indagati comprendono addirittura l’associazione a delinquere in atto da alcuni anni. Tra le posizioni più pesanti, al momento, c’è quella di F. G. L., 49 anni, residente in località Scranzi a Teglio, attualmente detenuto in Colombia, presunto “cervello” dell’organizzazione e, in passato, già finito in una maxi-inchiesta valtellinese che aveva portato all’arresto di diverse persone, mentre lui al blitz della GdF era sfuggito per un soffio rifugiandosi poi in Sudamerica.

Un altro volto dell’imprenditoria locale e molto conosciuto è sicuramente quello di C. B., 65 anni, residente nel capoluogo, che alcuni anni fa aveva denunciato ai carabinieri di essere stato vittima di un tentativo di estorsione facendo finire in cella tre bresciani poi in grado di dimostrare la loro piena innocenza («Le vere vittime siamo noi, ci doveva dei soldi per lavori fatti a lui», dissero) venendo così assolti anche di recente in secondo grado a Milano.

B. come pure il colombiano J.C.G., classe ’75, residenza in provincia di Udine, e tutti gli altri, ha la possibilità di difendersi e spiegare al pm la propria versione dei fatti. Lo stesso vale per il tellino F.Q., 51enne, cognato di L., pure lui con a carico l’art. 416 del Codice penale. In posizione più defilata altri, come E. A.,, classe ’46 di Valdisotto, .G C., 57enne residente a Chiavenna e R.R., 57 anni, di Piateda.