Esine, convegno per migliorare l'assistenza nelle case di riposo

L'incontro a Esine ha visto importanti relatori. Ora partirà il lavoro comune che coinvolgerà i diversi attori interessati

La sala del convegno a Esine

La sala del convegno a Esine

Sondrio, 13 settembre 2017 - Si è svolto ieri pomeriggio a Esine, presso la sala riunioni della nuova palazzina dell’Ospedale, il convegno dal titolo “Il ruolo dell’ATS nella promozione del miglioramento della qualità dell’assistenza nelle RSA: i protocolli di buone pratiche” organizzato e promosso dall’ATS della Montagna con la collaborazione dell’ASST Valcamonica. Sono state altresì coinvolte tutte le RSA del territorio interessate ad affrontare un tema particolarmente rilevante per il miglioramento dell'assistenza, della qualità di vita degli ospiti e anche della sicurezza degli operatori, ovvero il controllo delle patologie infettive nelle strutture residenziali .

Al tavolo dei relatori si sono alternati Fabrizio Limonta, Direttore Sociosanitario dell’ATS della Montagna, Maria Assunta De Berti, Direttore Sociosanitario dell’ASST Valcamonica, Eloisa Del Curto, Dirigente Medico SC Qualità e Appropriatezza dei Servizi Sociosanitari dell’ATS della Montagna, Andrea Patroni, Dirigente Medico UO Medicina Ospedale di Esine, responsabile CIO dell’ASST Valcamonica e Pierangelo Troletti, Dirigente Psicologo Responsabile SS Vigilanza Strutture e Prestazioni Sociosanitarie Valcamonica dell’ATS della Montagna.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione, problema particolarmente evidente nel nostro paese - spiega a tale proposito il Direttore Sociosanitario dell’ATS della Montagna e responsabile scientifico del convegno, Fabrizio Limonta – richiede crescente ricorso ai servizi sanitari ospedalieri e all'assistenza erogata dalla rete delle strutture sociosanitarie. Le strutture residenziali sociosanitarie in particolare hanno acquisito e stanno acquisendo sempre maggiore rilievo nel sistema sociosanitario regionale, in quanto sempre più sono chiamate a rispondere ai bisogni di persone che presentano diversi livelli di non autosufficienza e fragilità, ma anche patologie croniche e comorbilità con compromissione delle difese immunitarie e conseguenti necessità di trattamenti farmacologici. Nelle strutture residenziali per anziani, dunque, la gestione delle infezioni -  aggiunge il Direttore Sociosanitario - può risultare particolarmente complessa sia per  problemi clinici specifici a livello di diagnosi e di terapia, sia per problemi organizzativi”.  

Si tratta, infatti, di intervenire non solo nella gestione clinica del singolo caso ma, in una  visione più ampia del rischio infettivo che potrebbe riguardare l’intera struttura, di adottare, quindi, adeguati programmi di sorveglianza e di prevenzione delle infezioni  nell’area della residenzialità sociosanitaria.  “La diffusione di conoscenze e competenze a livello del personale coinvolto a vario titolo  nell’assistenza agli anziani ospiti rappresenta certamente - conclude Limonta - la base  per l’attuazione di strategie di sorveglianza e prevenzione”.  A seguito del convegno partirà quindi un lavoro comune che coinvolgerà i diversi attori interessati e dunque l’ATS della Montagna attraverso l’azione dei servizi di vigilanza  e controllo finalizzata alla promozione delle buone pratiche assistenziali, gli specialisti infettivologi della ASST e le RSA quali soggetti erogatori dell’assistenza.