Dubino, cane ucciso da un laccio nella Riserva naturale: "Servono più controlli"

L’accorato appello del Wwf Valtellina e Valchiavenna

La giovane Desirè Colombini con il suo adorato Thor

La giovane Desirè Colombini con il suo adorato Thor

Dubino (Sondrio), 18 gennaio 2018 - ​È ancora incredula Desirè Colombini. La giovane sa che, a fine giornata, non troverà più il suo Thor ad accoglierla festoso sulla soglia di casa. Diverse le associazioni che, in questi giorni, stanno assicurando il loro sostegno alla famiglia Colombini dopo il ritrovamento del cane ucciso nella morsa di un laccio nella Riserva naturale del Pian di Spagna. E tutti sono in attesa di risposte.

Dal canto suo, anche il Wwf Valtellina e Valchiavenna, chiede a gran voce maggiori controlli affinché la pratica del bracconaggio possa estinguersi una volta per tutte. Il pastore tedesco, che da sei anni viveva con Desirè e la sua famiglia, è scomparso il 6 gennaio ma, ancora più inquietante, è stato il suo tragico ritrovamento. «Venerdì scorso abbiamo ricevuto la chiamata di un contadino della zona che lo aveva individuato: si trovava in un fosso, stretto in un laccio usato per cacciare dai bracconieri e avvolto in una sorta di coperta. Thor era morto, uno spettacolo raccapricciante. Il veterinario ha confermato che il suo decesso è avvenuto per soffocamento e che aveva la scatola cranica fracassata». A complicare le cose è il teatro in cui si è consumata la vicenda: la Riserva del Pian di Spagna. «Noi viviamo in via Poncetta, nella zona nord sul rettilineo che porta da Sorico a Nuova Olonio – spiega la ragazza –. Thor conosceva bene la Riserva dove scorrazzava sempre indisturbato e la sua scomparsa ci ha subito insospettito. Nei giorni precedenti al suo ritrovamento lo abbiamo cercato senza sosta. Mi sono attivata con ogni mezzo per ritrovarlo: appelli sui social, volantini, assicurando una ricompensa a chi avrebbe potuto aiutarci». Ma il dolore non cede il passo alla rassegnazione. «Nessuno potrà mai restituirci il cane ma vorrei che la stessa sorte non toccasse ad altri animali. Per questo chiediamo che vengano individuati presto i responsabili di un gesto che, oltre ad essere ignobile, è illegale dato che, la pratica del bracconaggio, è severamente proibita». Nel frattempo sono in corso le verifiche da parte della polizia provinciale di Como.