Punto nascite in bilico a Chiavenna: "Non si tocca, ci faremo sentire"

Cittadini e amministratori scendono in piazza per difendere il presidio

L'ospedale di Chiavenna

L'ospedale di Chiavenna

Chiavenna, 14 dicembre 2016 - E' di questi giorni la notizia che il Ministero della Salute ha risposto alle richieste di Regione Lombardia per quanto riguarda i punti nascita al di sotto dei 500 parti all’anno e sono diversi quelli destinati alla chiusura. E in provincia di Sondrio, salvo il punto nascita dell’ospedale Morelli di Sondalo, quello di Chiavenna rischia veramente grosso: la Regione dovrà decidere se mantenere il presidio chiavennasco o quello di Gravedona. Il punto nascite del Morelli, dove nel 2015 i parti furono 291, si è visto confermare la deroga e continuerà ad essere operativo. Chiavenna, invece, se la giocherà con Gravedona che, nel 2015, ha fatto registrare 328 nascite, mentre Chiavenna si è fermata a quota 210.

Cresce la preoccupazione fra i chiavennaschi, alcuni dei quali hanno dato vita ad una mobilitazione, affiancati dalle autorità. «Vogliamo fare sentire la nostra voce - ha dichiarato il presidente della Provincia, Luca Della Bitta -. Il Comune di Chiavenna, la Cm e l’Assemblea dei sindaci, insieme al comitato che nei mesi scorsi ha promosso una petizione a difesa del punto nascite raccogliendo ben 5.202 firme, e affiancato gli amministratori nella battaglia di difesa del presidio, organizzano per sabato una grande manifestazione. L’evento si terrà dalle 10 alle 12 nel piazzale davanti la scuola primaria Pestalozzi. Alla manifestazione prenderanno parte i sindaci e il comitato oltre a numerose realtà del territorio. Il punto nascita di Chiavenna non si tocca, deve continuare ad esistere e deve funzionare al meglio. Non si tratta di un capriccio o di una questione di pochi addetti ai lavori. Saranno i cittadini a dire che abbiamo il diritto di continuare a vivere e nascere sul nostro territorio».

«La chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti all’anno non dipende da Regione Lombardia, ma dal Governo», ha commentato Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia intervenendo in merito alla protesta di alcune mamme all’ospedale di Angera, in provincia di Varese, a seguito della comunicazione di chiusura del punto nascita. La Regione ha solo dato attuazione a una legge dello Stato. Sono state concesse le deroghe solo a Sondalo e Chiavenna o Gravedona per via del disagio orografico del territorio e dei tempi di percorrenza superiori a un’ora per raggiungere il primo presidio utile, anche in condizioni meteo favorevoli. «Incontreremo il territorio - ha aggiunto - per provare a definire una proposta condivisa per scegliere insieme quale dei due presidi lasciare aperto».