Nel carcere di Sondrio apre una "Stanza della familiarità"

La direttrice Mussio: "Proteggerà gli incontri fra padre e figli"

Alcuni degli imprenditori e professionisti che hanno aderito all’invito della dottoressa Mussio

Alcuni degli imprenditori e professionisti che hanno aderito all’invito della dottoressa Mussio

Sondrio, 23 giugno 2017 - Si chiamerà “Stanza della familiarità”, sarà dedicata a quei brevi momenti di intimità padre e figlio, all’interno del carcere di Sondrio. «Un progetto che mi sta a cuore e che coltivo grazie alla generosa disponibilità dell’architetto Carlo Mazza che ha coinvolto diversi altri imprenditori. Realizzeremo una stanza colloqui per i figli dei detenuti, affinché possano stare in un contesto meno duro», ha annunciato la direttrice del carcere Stefania Mussio, durante la cena del solstizio d’estate, organizzata nella Casa circondariale per raccogliere fondi da destinare ai lavori. Nel cortile interno dell’istituto i tavoli erano al completo. Detenuti sedevano con preti, imprenditori, professionisti, esponenti della società civile, delle banche e delle realtà territoriali. Ognuno ha dato il contributo e Mussio li ha ringraziati tutti.

«Quello che ho ricevuto a Sondrio non l’ho mai ricevuto in 23 anni di lavoro», ha continuato commossa. Sappiamo bene di cosa sono capaci i valtellinesi quanto a generosità silenziosa. Concluso il discorso introduttivo, la parola è passata alle pietanze, preparate da Gianni Tota, chef dei Vip e del Dalai Lama, che, nonostante il successo, non ha perso umiltà e generosità. «Arrivato in treno con la sua valigia e i suoi coltelli, si è subito messo all’opera», aggiunge Mussio. Ore di lavoro hanno prodotto insalatina di pollo alla francese, parmigiana scomposta con riduzione di basilico e primo piatto su vellutata di pomodoro e cuore freddo di stracciatella con la pasta senza glutine 1908. Quest’ultima, prodotta nel laboratorio del carcere dove lavora un detenuto, non poteva non essere il cuore del menu. «L’obiettivo da qui a 4 anni - spiega l’operatore di Ippogrifo Alberto Fabani, responsabile del progetto del pastificio - è arrivare a 4 dipendenti detenuti». Intanto, la produzione cresce: «Oggi siamo a 40-50 kg di pasta secca e a 15 kg di fresca al dì». È in vendita in una serie di esercizi da Tirano a Torino, ma «vorremmo ampliare la commercializzazione ed estenderla alla ristorazione», conclude Fabani.