Ad Aprica risorgerà il Mulì di Plaz /FOTO

Nuovo progetto di riqualificazione del territorio. Ecco come era, com'è e come sarà il Mulì di Plaz

Un'immagine storica del Mulì di Plaz

Un'immagine storica del Mulì di Plaz

Aprica, 23 settembre 2016 - Nuovo progetto di riqualificazione del territorio da parte della dinamica Amministrazione comunale di Aprica, guidata dal sindaco Carla Cioccarelli: il Mulì di Plaz. Nulla di più eloquente, per spiegare di cosa si tratta, che la prima parte della “Relazione generale, tecnica, storica e tipologica d’accompagnamento al progetto di Riqualificazione e valorizzazione ...”: “Il Mulì di Plaz è un vecchio mulino attualmente semi-diroccato, anzi è pure un po’ brutto, piccolo e malconcio. Il contesto stesso nel quale si trova inserito non aiuta del resto a porlo in una situazione di facile valorizzazione. Si trova, infatti, in una fascia inedificata compresa tra il torrente Aprica e un’altra di edifici anni '80 che rivelano un’alta densità edificatoria. Lo sviluppo edilizio che Aprica ha avuto negli ultimi cinquant’anni ha per gran parte cancellato il paesaggio tradizionale che un tempo caratterizzava la località montana, trasformandola in una cittadina la cui matrice rurale è in buona misura smarrita. Tuttavia il Mulì di Plaz è arrivato all’anno 2016, malconcio sì, rappezzato alla bell’e meglio certo, ma ancora ricco di quel valore autentico che riporta l’immaginazione a tanti anni fa, quando i ritmi di vita erano dettati dalla natura e dalle stagioni.”

Sono assai interessanti anche i cenni storici contenuti nella Relazione: “Il mulino è sicuramente databile antecedentemente il 1816, data in cui è stato prodotto il catasto Lombardo-Veneto, il quale riporta già sotto il comune Censuario di Ospitale (attuale frazione di Aprica) il fabbricato principale del mulino; il fabbricato secondario è probabilmente stato costruito durante il XIV secolo. Nella mappa è inoltre riportato il canale di derivazione dal torrente Aprica. Da fonti statistiche del 1865 si possono rilevare in provincia di Sondrio 523 mulini per la macinazione dei cereali, ripartiti nei 72 comuni; con una forza idraulica di 457 cavalli e con circa 800 operai. Se si escludono alcuni centri specializzati, si tratta soprattutto di mulini a macina, molti con lavoro intermittente, che servivano per il bisogno locale. Si può stimare che ogni mulino avesse un bacino d’utenza di circa 40 famiglie, che portavano i cereali alla macinazione e il mugnaio svolgeva il lavoro restituendo la farina, ma trattenendone quota-parte come compenso. Nel XX secolo i mulini tradizionali, non potendo reggere la concorrenza dei mulini meccanici, sono stati via via dismessi. Il mulino dei Plaz di Aprica è stato definitivamente chiuso nel 1977, quando e morto l’ultimo mugnaio. Fino al 1927 il Comune di Aprica era frazione del Comune di Teglio e quindi il mulino dei Plaz faceva parte dei 38 mulini censiti nel comune retico; in realtà all’Aprica vi erano 6 mulini, soddisfacevano il fabbisogno locale, oltre che una ràsega (segheria artigianale) per la lavorazione del legname. Da un carteggio del 1532 relativo agli estimi locali vengono rilevati in Comune di Teglio addirittura 66 tra molendina et pilae. I cereali maggiormente coltivati erano la segale, il grano saraceno e il granoturco.”