Morbegno (Sondrio), 17 aprile 2014 - È in arrivo una bufera sulla Pezzini Mobili di Morbegno dove in questi giorni sono stati decisi 5 licenziamenti, che si sommano ad altre 3 mobilità volontarie concordate tra gli addetti dell’azienda che produce mobili d’arredamento per abitazioni e uffici. Tra i 5 lavoratori messi in mobilità figurano anche i due rappresentanti sindacali di Cisl e Cgil, interni alla Pezzini Mobili, situazione che ha creato non poco sconcerto nelle organizzazioni sindacali che contestano pubblicamente il provvedimento.

«Questo comportamento messo in atto dal datore di lavoro prefigura una condotta antisindacale nei confronti degli unici due rappresentanti sindacali interni all’azienda che non trova giustificazioni con nessun criterio oggettivo, né tanto meno appare coerente rispetto alla situazione generale dell’azienda che gode complessivamente di buona salute», fanno sapere attraverso una comunicazione congiunta i due referenti di Filca Cisl Daniele Tavasci e Fillea Cgil Roberto Caruso.

«Non comprendiamo perché siano stati messi in mobilità questi due lavoratori. I criteri non sono limpidi e soprattutto questi licenziamenti appaiono in contraddizione rispetto agli importanti investimenti che Pezzini Mobili sta portando avanti nella realizzazione di un nuovo capannone situato nell’area industriale di Morbegno e rispetto ai numerosi addetti esterni, partite Iva e altri soggetti che operano per Pezzini nell’ambito ad esempio delle consegne».

Una critica forte per un’azienda che nell’ultimo anno ha conosciuto un periodo di cassa integrazione per alcuni suoi dipendenti ma che continua a rappresentare un punto di riferimento importante nel settore del legno con circa una cinquantina di dipendenti. Seccata la replica dell’imprenditore valtellinese Oriano Mostacchi. «Non intendo rilasciare dichiarazioni, perché credo che queste vicende non debbano essere discusse sui giornali ma invito le parti in causa a esporre le proprie posizioni nelle sedi opportune», commenta Mostacchi, titolare di un gruppo industriale che offre lavoro a 130 persone. Particolarmente irritato per questa uscita dei sindacati, il presidente del Sondrio Calcio ed ex calciatore chiude così la telefonata: «Questo modo di agire getta fango e discredito in maniera gratuita. Davanti a queste situazioni mi viene voglia di lasciare tutto, anche il calcio».