Sondrio, 4 aprile 2014 - Il disegno di legge Del Rio sul superamento delle Province è stato approvato definitivamente ieri pomeriggio con il voto favorevole della Camera, e attorno regna solo tanta confusione. Di fatto, gli Enti arriveranno alla loro naturale scadenza (per quanto riguarda Sondrio l’11 giugno), poi verranno traghettati da Giunta e presidente attuale, qualora vorranno rimanere a titolo gratuito, altrimenti da commissari prefettizi, in questo caso stipendiati, fino a fine anno. A quel punto diventeranno enti di secondo livello, quindi senza elezione diretta ma guidati da un sindaco scelto da tutti i primi cittadini del territorio, che dovrà farlo a sua volta a titolo gratuito. Eppure, pare proprio di capire che questo disegno di legge sia solo “provvisorio”, in attesa di una riforma costituzionale che le Province le abolirà definitivamente, e tra pochi mesi.

«Quello che è stato abolito non sono le Province, che continuano ad esistere come enti territoriali intermedi di area vasta, ma il diritto dei territori di scegliere attraverso il voto i propri amministratori – afferma infatti il presidente della Provincia di Sondrio e dell’Unione delle Province Lombarde, Massimo Sertori -. Il testo approvato stabilisce che il presidente del sopravvissuto ente-Provincia sarà, a tempo perso e gratuitamente, un sindaco nominato tra i sindaci del territorio interessato. Il che di fatto, considerato il già gravoso carico che l’essere sindaco comporta, significa che d’ora in poi questi enti, ma soprattutto gli interessi dei cittadini e dei territori ad essi corrispondenti, saranno praticamente nelle mani della burocrazia». La confusione è tanta, alimentata anche dal fatto che nel decreto viene riconosciuta la specificità montana dei territori delle province di Sondrio e Belluno. E se il senatore morbegnese del Pd Mauro Del Barba esulta, Sertori è convinto che si tratti di un riconoscimento del tutto inutile.

«In tanti, in questi mesi, hanno remato contro questo importante progetto di riforma. La nostra posizione - ha affermato il senatore valtellinese - è sempre rimasta coerente con quanto ci siamo prefissati: ritagliare una disciplina speciale che riconosca e tuteli i territori di confine interamente montani. Ora che la cornice c’e’ dobbiamo riempirla noi, avviando un processo autonomo di riordino amministrativo».
«Ridicolo esultare – ribatte Sertori -. Nel decreto si parla di maggiori deleghe ai territori montani date dalla Regione, ma in realtà si tratta di deleghe che lo Stato vuole addirittura accentrare a sé. E, anche se fosse, come potranno gestirle i sindaci che guideranno l’ente, per di più pronto ad essere cancellato?».