di Susanna Zambon

Teglio (Sondrio), 25 marzo 2014 - La divisione investigativa antimafia di Catania si è spinta fino in Valtellina per sequestrare una proprietà di un affiliato ad un clan mafioso, e l’operazione scoperchia un vaso di Pandora fatto di truffe immobiliari e pignoramenti.

La Dia ieri mattina ha eseguito il sequestro di beni immobili per un valore di 500mila euro a Salvatore Navanteri, ritenuto elemento di spicco del clan mafioso Nardo, confederato al Santapaola di Catania. Le indagini hanno mostrato la provenienza illecita del patrimonio, per la grande differenza tra i redditi dichiarati da Navanteri e le risorse utilizzate per gli investimenti effettuati nel corso degli anni. Il sequestro è avvenuto nei Comuni di Vizzini (Catania), Francofonte (Siracusa) e Teglio. Questo tutto quello che si sapeva dell’indagine, così abbiamo deciso di indagare anche noi.

Ebbene, l’immobile risultato essere di proprietà di Salvatoe Navanteri e posto sotto sequestro dalla Dia è un mini appartamento ricavato dall’ex Colonia Aem di Teglio. Ma chi conosce un po’ la zona sa benissimo che lì di appartamenti non ce n’è nemmeno l’ombra, il complesso è in stato di completo degrado. Scavando scavando abbiamo scoperto di più. La vicenda risale a quindici anni fa: nel ‘99 l’Aem vendette la colonia, che passò di mano in mano fino ad arrivare ad una società immobiliare che annoverava tra i soci anche alcuni valtellinesi che alcuni anni fa finirono nei guai per una serie di truffe immobiliari.

La società ha quindi chiesto le autorizzazioni per realizzare appartamenti (pare addrittura un centinaio) e anche una trentina di box interrati, ma tutte le pratiche presso il Comune di Teglio sono rimaste incomplete, niente si è mai realizzato. Eppure, molti di quegli appartamenti inesistenti sarebbero stati venduti, e uno di questi risulta appunto di proprietà dell’affiliato al clan mafioso.

Qualcosa che non torna certamente c’è, e il mistero si infittisce quando si viene a sapere che tutto il complesso è stato pignorato non più di due anni fa ed è stato messo all’asta dopo la perizia effettuata da un geometra su delega del giudice dell’esecuzione, il dottor Pietro Della Pona.

E la procedura per l’asta del complesso (valutato circa 2 milioni e mezzo di euro), per aggiungere carne al fuoco di questa misteriosa vicenda, si è conclusa proprio ieri, oggi è prevista l’apertura delle buste con le offerte.