di Susanna Zambon

Sondrio, 29 gennaio 2014 - Blitz della Polizia di Stato lunedì mattina negli uffici della Motorizzazione civile in via Europa a Sondrio. Una ventina di investigatori della Questura sondriese hanno visitato gli uffici di alcuni funzionari e dipendenti alla ricerca di documenti, e pare che in alcuni casi abbiano anche proceduto a sequestrare faldoni.

Il motivo? Alla base del blitz ci sarebbe una indagine della Procura di Sondrio per corruzione e falso in atto pubblico. Al momento non è possibile avere elementi certi riguardanti alla delicata inchiesta condotta dal sostituto procuratore Giacomo Puricelli, poiché la vicenda è circondata dal più stretto riserbo essendo ancora in una fase tutto sommato iniziale. Sono sei, da quanto appreso, gli indagati, tra cui ci sarebbero appunto almeno due funzionari e dipendenti della Motorizzazione, forse anche più di due. Uno di loro, tra le altre cose, è già finito nei guai in passato, una ventina di anni fa, nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa delle auto non catalitiche svizzere immesse in Italia come se avessero la marmitta a norma. In quella vicenda l’uomo, oggi sessantenne, venne accusato di essere il funzionario compiacente che permise l’immissione nel mercato nazionale delle vetture.

Non solo dipendenti della Motorizzazione civile nei guai, però. Tra gli indagati, infatti, ci sarebbe anche il responsabile di un’agenzia del capoluogo che si occupa di pratiche auto. Non è chiaro quali siano di preciso le accuse mosse ai sei indagati, ma si parla di revisioni e altre pratiche automobilistiche che sarebbero state “pilotate” grazie ai funzionari compiacenti. E se sull’inchiesta sono tanti i condizionali e le incertezze, quello che è sicuro è che lunedì il blitz della Polizia c’è stato e non è passato inosservato, diciamo così.

A lungo, non solo nella mattinata, gli investigatori sono rimasti negli uffici al primo piano in via Europa. Tanto che più di una persona che si era recata alla Motorizzazione per pratiche e informazioni ha dovuto fare dietrofront e tornare il giorno successivo, poiché gli uffici risultavano a tutti gli effetti chiusi al pubblico.
Al momento nei confronti dei sei indagati risulta esclusivamente un avviso di garanzia, nessuna misura cautelare è infatti stata emessa dal Gip nei confronti di nessuno di loro. La documentazione sequestrata lunedì dagli agenti è già sul tavolo del sostituto procuratore.