Sondrio, 5 dicembre 2013 - Luigi Gianola è di nuovo un uomo libero. L’ex direttore dell’Azienda ospedaliera Valtellina e Valchiavenna, a processo davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano accusato di corruzione, da ieri pomeriggio non è più agli arresti domiciliari. I suoi legali, Marina Cotelli del Foro di Sondrio e il professor Guglielmo Gulotta di Milano, ieri mattina, nel corso della nuova udienza, hanno avanzato la richiesta di revoca della misura cautelare che era in essere da maggio, dopo che Gianola fu scarcerato dopo 80 giorni a San Vittore. E nel pomeriggio è arrivata la decisione dei giudici che hanno accolto la richiesta e rimesso in libertà l’ex numero uno dell’Aovv.

La motivazione è da ricercare nell’attenuazione delle esigenze cautelari, ma sicuramente - secondo i legali - hanno contato nella decisione, le recenti testimonianze in aula che hanno scagionato Gianola. È ancora presto per parlare di sentenze, ma la decisione dei giudici conferma la sensazione che avevamo già avuto assistendo alle udienze, quella, cioè, che la posizione di Gianola sia andata via via migliorando con le audizioni dei testi. E anche dopo l’udienza di ieri i difensori possono dirsi soddisfatti. Si è svolto il contro interrogatorio dell’architetto Maurizio Bracchi, chiamato a passare ai raggi X, per conto della Procura, l’appalto per la fornitura del Pacs, ovvero il sistema di digitalizzazione e gestione dei referti diagnostici delle strutture dell’Azienda ospedaliera. Il perito ha sostanzialmente confermato che non ci sono state “manipolazioni” da parte del dg, accusato, invece, di aver pilotato la gara d’appalto.ù

La prossima udienza, giovedì prossimo, sarà decisiva. Testimonierà Leonardo Boriani, ex direttore del quotidiano “La Padania”. Fu lui a trattare con la famiglia Lo Presti per la presunta mazzetta a Gianola, tangente che, però, in sede di interrogatorio ha affermato di essersi in realtà intascato lui. Se dovesse confermare questa circostanza, Gianola potrebbe essere scagionato dalle accuse. Intanto è stato scarcerato pure l’ex consigliere lombardo Massimo Guarischi, in cella da 9 mesi con l’accusa di corruzione nella fornitura di apparecchiature sanitarie.