Sondrio, 13 settembre 2013 - Un fatto di inaudita gravità, se confermato dai successivi accertamenti investigativi e passi giudiziari. Un affermato imprenditore 47enne, residente nel capoluogo valtellinese, è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Sondrio alcuni giorni fa (ma la notizia è rimasta blindata sino ad ora) con un’accusa pesante come un macigno: violenza sessuale aggravata ai danni di una minorenne.

La vittima, secondo le scarne notizie trapelate, sarebbe una ragazzina di 14 anni, figlia della sua convivente, una donna anch’essa molto conosciuta in città per la sua attività lavorativa.
Gli abusi ai danni della «figliastra» sarebbero proseguiti per qualche tempo, finchè la «verità» è venuta a galla e sono scattate le indagini supportate anche da riprese audio-video che avrebbero attestato la fondatezza dei sospetti.

L'uomo del quale in questa circostanza non riveliamo l’identità per non rendere identificabile l’adolescente al centro delle sue morbose attenzioni, è stato interrogato nella mattinata di ieri a Palazzo di giustizia.
L’udienza, per l’interrogatorio di garanzia (in quanto era stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere), è durata un paio d’ore, nel corso delle quali l’indagato - assistito dall’avvocato di fiducia, Marina Cotelli - nel faccia a faccia con il sostituto procuratore Stefano Latorre (titolare del fascicolo giudiziario) e il gip Fabio Giorgi ha cercato di respingere le accuse.

Ma, al termine dell’udienza, il giudice ha disposto che gli agenti di Polizia Penitenziaria riportassero nel carcere sondriese di via Caimi il presunto pedofilo. L’indagine, tuttavia, non appare del tutto conclusa. Sembrerebbe, infatti, che l’attività investigativa prosegua ora per accertare eventuali coperture e connivenze di cui si ipotizza possa avere goduto il violentatore. In sostanza, gli inquirenti temono che la brutta storia avrebbe potuto venire alla luce prima se il 47enne non fosse stato «coperto» da altri soggetti informati e a conoscenza del suo vizio.

Oggi, forse, si potrà sapere qualche particolare in più sulla squallida vicenda che si sarebbe, almeno in parte, consumata fra le pareti domestiche di un’agiata famiglia sondriese. Fra episodi violenza ai danni delle donne e altri di stalker, l’allarme in Valtellina e Valchiavenna cresce sempre più negli ultimi anni, come confermato da recenti indagini, ricerche e studi effettuati non solo dalla magistratura, ma anche dalle strutture nate per proteggere le vittime. E l'orco, sempre più spesso, non è un estraneo, ma un componente della famiglia o un ex che non si rassegna a una storia d’amore finita.