Samolaco, 8 settembre 2013 - Massima condivisione dagli allevatori delle principali aziende agricole di Valtellina e Valchiavenna alla scelta dell’Associazione provinciale allevatori di annullare a titolo precauzionale tutte le mostre zootecniche fino alla fine dell’anno. A monte della decisione l’intenzione di Apa di tutelare allevatori e capi di bestiame dopo due isolati episodi di Tbc bovina, verificatisi in aziende della Valchiavenna e Bassa Valtellina, che hanno portato all’abbattimento di circa 170 capi. «Le mostre e le fiere sono momenti importanti per la zootecnia locale, ma anche occasioni di contatto e quindi di potenziale contagio tra i bovini. Sono d’accordo con la scelta di sospenderle per evitare inutili rischi» commenta Adriano Zamboni di Colorina. L’allevamento dei bovini, e in particolare della razza bruna alpina, rappresenta una delle voci di maggior rilievo del settore primario locale, che può contare complessivamente su 11.000 vacche da latte, su un totale di 20.000 bovini circa. Malattie come la tubercolosi bovina sono state da tempo debellate in provincia di Sondrio e già da diversi anni non si avevano notizie di casi di questo tipo.
Gli episodi isolati di quest’estate sono essenzialmente riconducibili ad esemplari provenienti dall’estero. «È importante effettuare controlli accurati su chi commercia il bestiame - osserva Maurizio Quadrio, titolare dell’Azienda agricola Bodengo di Samolaco che con 800 bovini (400 da mungitura), 50 ettari e 9 dipendenti è tra le più grandi in Valchiavenna -. In questo momento è impensabile non interrompere le mostre del bestiame. La mia azienda ha 30 anni di lavoro alle spalle con bovini provenienti unicamente dalle nostre stalle. Non posso correre il rischio di un contagio e di perdere tutto il bestiame. Trovo poi futili le polemiche con Asl, anche perché dopo i due casi di Tbc ci risulta che l’Apa sia momentaneamente sprovvista di copertura assicurativa per mostre e fiere. Credo quindi che nessun allevatore vi parteciperebbe comunque».
«Quest’anno potremo fare le mostre solo attraverso i giornali» ironizza Roberto Martinelli, responsabile del settore mostre dell’azienda di Quadrio, mostrando Eprilia, razza bruna alpina, premiata come la migliore manza della provincia alla Fiera del Bitto tenutasi lo scorso autunno a Morbegno. Mostra del Bitto che quest’anno sarà senza bovini. «Le fiere zootecniche sono sicuramente un momento significativo per allevatori e appassionati di genetica del bestiame - prosegue Martinelli -. Fortunatamente si tratta di un periodo breve a cui possiamo rinunciare senza particolari problemi”. Dello stesso avviso anche Giampietro Barri, che con il fratello Paolo conduce l’azienda di famiglia a Dubino (400 capi), tra quelle che seguono con maggiore attenzione la genetica del bestiame. «Meglio non muovere gli animali. Sappiamo che la situazione è sotto controllo ma non ha senso correre rischi. In caso di contagio è a rischio non solo l’integrità dell’azienda, ma anche il patrimonio genetico dei bovini acquisito con il lavoro di generazioni. Speriamo possa tornare tutto alla normalità in tempi brevi».
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