di Michele Pusterla

Teglio, 30 aprile 2013 - E’ finito all’ospedale con un vistoso ematoma al volto e altri segni sospetti sul corpo, ora si teme frutto di altre aggressioni avvenute in passato e di cui i dipendenti dell’ospizio non si erano mai accorti. La vittima è un anziano, uno dei numerosi ospiti della Casa di riposo «Sant’Orsola», in viale Italia a Teglio. Nella struttura, da più parti ritenuta una vera e propria eccellenza nell’accoglienza degli appartenenti alla terza età, l’altro pomeriggio sono arrivati i carabinieri, chiamati a fare piena luce su quanto accaduto.

Il pensionato, secondo le prime ipotesi e testimonianze, sarebbe stato schiaffeggiato con violenza dal suo compagno di stanza, un 70enne facilmente irascibile, protagonista tre-quattro mesi fa di un altro episodio di violenza ai danni di un altro degente, al quale avrebbe sferrato un pugno. Ma anche prima di essere trasferito nella Casa di riposo, il sospettato si sarebbe reso protagonista di violenze nella sua abitazione, nei confronti di stretti congiunti. Domenica pomeriggio, quando è giunta per una visita una stretta parente (non sappiamo, al momento, se si tratti della moglie) dell’uomo schiaffeggiato, è avvenuta la scoperta dei lividi che ha fatto subito scattare l’indagine dei carabinieri, chiamati dal personale in servizio, in attesa del rientro dalle ferie della direttrice sanitaria, Cristina Manca, peraltro subito informata, sino a poco tempo fa con un ruolo di primo piano nella sanità provinciale.

I carabinieri di Teglio e i colleghi del Nucleo operativo di Sondrio, nel sopralluogo di domenica, mentre l’anziano veniva accompagnato al Pronto Soccorso per una visita di controllo dalla quale non ha più fatto ritorno all’ospizio, hanno iniziato ad ascoltare i degenti della «Sant’Orsola» che ospita una sessantina di persone e gli operatori in servizio, ai quali è stato chiesto l’elenco completo degli ospiti. Sarebbero già stati ascoltati, secondo le poche notizie che filtrano dall’indagine blindatissima coordinata dalla Procura, anche gli ospiti più vicini di stanza a quella dove si sarebbe verificato il «fattaccio». E anche il compagno di camera del ferito: «Io non so nulla. Dormivo», si sarebbe difeso così il 70enne.

Prima di essere accompagnato all’ospedale, Fabio Cattania - medico che presta servizio anche all’ospizio - ha visitato il nonnino. Ora l’indagine dei carabinieri, a tutto campo, mira a valutare eventuali responsabilità anche a carico del personale per avere, ad esempio, sottovalutato la sistemazione dei due pensionati. Il presunto responsabile, in virtù della sua indole, sarebbe probabilmente stato più opportuno lasciarlo in una stanza singola. Il movente delle botte, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, potrebbe essere riconducibile al disturbo durante il sonno arrecato russando dalla vittima al vicino di letto. Il quale, alzatosi, avrebbe sferrato alcuni schiaffoni che hanno lasciato il segno.