Gordona, 4 marzo 2013 - La decisione del Comune di dismettere le proprie quote azionarie dalla società pubblico-privata della ski-area di Madesimo, in Valchiavenna, apre nuovi interrogativi anche in Valtellina. Gordona, infatti, si sarebbe vista costretta a questa decisione per non incorrere negli strali della Corte dei conti. Gli altri Comuni della Valle del Mera in alcuni casi attendono sviluppi, in altri dovranno decidere a breve sul da farsi. Verceia ha già all’ordine del giorno del Consiglio comunale di oggi la medesima questione. Il capoluogo, Chiavenna, tratterà l’argomento quando sarà il momento. A Samòlaco il primo cittadino Elena Ciapusci spiega di «aver già dato perché il 40% degli abitanti del nostro Comune è proprietario dei tre quarti dei terreni dell’Alpe Motta che sono stati messi a disposizione per l’uso invernale in funzione della ski-area, mentre d’estate ritornano all’utilizzo agricolo e pastorale. Chi è agricoltore è però vincolato e non può costruire stalle o altri insediamenti produttivi. Quindi contribuiamo già in larga misura al turismo».

 

Nel resto della provincia la gestione delle ski-area è per la maggior parte in mano a privati. «A Bormio il commissario governativo aveva deliberato la dismissione - spiega il presidente dello skipass di Livigno Valentino Galli -. Ma le quote erano ininfluenti». «In Valmalenco la società gestrice è privata e i Comuni partecipano sostanzialmente alla promozione dei vari eventi», conferma il presidente della Comunità montana Tiziano Maffezzini. Il problema riguarda, semmai, il ridimensionamento della ski-area che incide sull’appetibilità turistica di alcune stazioni. Come Caspoggio, dove il Comune ha gettato la spugna. La patata bollente ritorna, dunque, in Valchiavenna, dove il sindaco di Madesimo Franco Masanti, contrarissimo all’istituzione di un Comune unico di valle, rilancia la palla a chi, invece, punterebbe su questa soluzione. E, cioè, la Comunità montana.

di Paride Dioli