Sondrio, 30 giugno 2010 - Il Procuratore capo della Repubblica di Sondrio, Fabio Napoleone, e il sostituto Stefano Latorre, ieri mattina, si sono recati nel carcere di Como e poi nel pomeriggio a Monza per interrogare alcuni degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di finanza che ha portato in cella politici, amministratori pubblici e una consulente del lavoro con studio a Berbenno.

 

È stata proprio lei, Simona Vitali, 39enne, ad aprire la giornata di interrogatori. Alle 11 è iniziato il colloquio con Napoleone e Latorre, che è durato circa un paio d’ore. Un interrogatorio, così come quelli di Renzo Barona, ex sindaco di Cercino, e di Luca Spagnolatti, project manager della società pubblica Eventi Valtellinesi, controllata per il 90% dalla Comunità montana di Morbegno e per il 10% dal Comune della Città del Bitto, voluti dalla Procura per ricostruire il quadro dell’indagine. Pare, in particolare, che Napoleone e Latorre volessero porre alcune domande particolari in riferimento a quanto raccontato da uno degli indagati che non è sottoposto a misure restrittive. Questa persona, infatti, avrebbe, con il suo racconto, "appesantito" e aggravato la posizione di alcuni degli arrestati.

 

Su quanto emerso nel corso del "faccia a faccia" nessuna indiscrezione. Uno degli avvocati di Simona Vitali, Giammarco Brenelli di Milano, che la difende insieme al collega morbegnese Maurizio Gerosa, non vuole svelare nulla di quanto detto ma si limita ad affermare: "Non credo che sussistano i presupposti per la custodia cautelare in carcere per la mia assistita". Venerdì si svolgerà l’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Milano: Brenelli e Gerosa hanno infatti presentato istanza di scarcerazione per Simona Vitali, che si trova rinchiusa appunto nel carcere Bassone di Como. La consulente del lavoro non è l’unica che sarà sentita venerdì dal tribunale del Riesame: udienze in programma anahc eper Silvano Passamonti, ormai ex presidente della Cm di Morbegno, detenuto a Monza, e per Luca Spagnolatti.

 

Dopo di lei è toccato all’ex sindaco di Cercino, anche lui detenuto a Como, assistito dall’avvocato morbegnese Alberto Gerosa. Secondo quanto emerso, Renzo Barona si sarebbe limitato ad affermare di non aver mai minacciato i proprietari dei terreni di Cercino (è accusato di concussione in relazione alla cessione di alcuni terreni a Piussogno per la realizzazione di un maxi capannone della ditta Galperti di Colico, ndr.) e di non aver mai preso soldi. Anche il suo interrogatorio è durato un paio d’ore.

 

Infine, ieri pomeriggio alle 17, il procuratore capo e il sostituto si sono trasferiti a Monza, per interrogare Luca Spagnolatti. Lui, che invece è accusato di truffa ai danni della Regione Lombardia e di peculato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anche per Barona, così come per Simona Vitali, Spagnolatti e Passamonti, e per gli altri indagati (Giacomino Rebuzzi, ex assessore dell’Ente montano, Franco Gusmeroli, segretario comunale di Cercino e Bema, e Salvatore Marra, direttore generale della Comunità montana, agli arresti domiciliari) è stata fissata l’udienza davanti al Tribunale del Riesame, che dovrà decidere in merito alla richiesta dei legali di rimettere in libertà i loro assistiti.