Livigno, 26 marzo 2010 - L’intera comunità si è stretta attorno alla moglie Armida e agli adorati figli Saimon, Devid e Andrea nel giorno dell’addio a Luigi Cusini, l’imprenditore edile di 56 anni impiccatosi un paio di giorni fa all’interno dell’autorimessa dell’Aquagranda. La pur capiente chiesa di Santa Maria non è riuscita ad accogliere la folla di circa 1500 fedeli che, dalle 16 di ieri, è partita dall’abitazione della vittima in via Saroch per partecipare alle esequie concelebrate dal parroco Marco Zubiani con il coadiuatore, don Romano Lanfranchi, e l’ex coadiuatore di San Rocco, don Francesco Quadrio.

 

In prima fila i vertici della società Swim Planet del più grande centro benessere d’Europa, padre e figlio Cacciapaglia con l’avvocato e ad Ermanno Consorti, il sindaco di Livigno, Leonello Silvestri, il vice Narciso Zini e l’assessore ai Lavori pubblici, Rudy Galli. "La misericordia di Dio è infinita - ha affermato il celebrante - e sicuramente saprà perdonare l’enorme crimine del suicidio. Non c’è una risposta alle vostre domande: non c’è. Tu, Signore, sai il perchè. E questo ci basta. Anche se noi non capiamo, Tu Signore sai il perchè. Ora la fede si dovrà rafforzare in tutti noi, in particolare nei familiari di Luigi perchè con la fede si può andare avanti".

Il parroco, poi, ha sottolineato come "nessuno sa le vere ragioni e motivi di questo gesto". Poi ha posto sotto accusa "l’invidia e la gelosia" suscitate in molti dalla grande operosità del costruttore di Livigno che, qualche tempo fa già colpito da un ictus (dal quale comunque si era abbastanza ripreso, pur lasciando una scia di sofferenza sotto forma di uno stato depressivo che di tanto in tanto riaffiorava) e più di recente da un lutto, potrebbero averne irrimediabilmente minato la stabilità.

 

"Quando c’è da festeggiare sono tutti pronti ad accorrere - ha rimarcato don Marco - ma auspico maggior sensibilità da parte della comunità. Si deve stare più vicini a chi ha bisogno, ha chi è in difficoltà. Chiediamo al Signore di saper cogliere nei nostri fratelli i momenti di fatica, di smarrimento, di difficoltà: perchè ogni nostro fratello possa sempre trovare una spalla su cui piangere, possa sempre trovare una mano da stringere e una mano che aiuta ad andare avanti".

 

Una mano che è mancata a Luigi Cusini, un imprenditore definito anche dai sindacati un vero signore per la correttezza dei rapporti con i suoi operai. Ma qualcosa lo dilaniava e ha deciso di farla finita proprio all’interno della sua ultima grande opera, quel Tempio del benessere e del relax, come recita l’home page del sito di Aquagranda.