Livigno, 29 gennaio 2010 - Grande eco e molti commenti sul web ha creato il servizio de "Le Iene", mandato in onda l’altra sera su Italia 1 sulla zona extra-doganale di Livigno. Il titolo del servizio, realizzato dalla iena d’assalto Luigi Pelazza era: "Il Comune di Livigno, un vero paradiso fiscale". L’incursione delle Iene nel piccolo Tibet mostra le immagini e racconta di una Livigno non più disagiata come nel 1910, quando il re d’Italia decise di dichiarare il paese zona extradoganale, con conseguente esenzione del pagamento dell’Iva e di alcune tasse sul carburante e tabacchi.

 

"Oggi Livigno non è più quella del 1910 - afferma Luigi Pelazza nel servizio -, gli abitanti non sono più isolati e neanche tanto poveri. Adesso ci sono negozi, gioiellerie e attività commericiali, per un giro d’affari di decine di milioni di euro. Acquistare qui è molto conveniente, ma ci sono alcune regole da rispettare". La iena si è infatti finta un cliente interessato a comprare merce con un valore superiore alla franchigia di 300 euro pro capite, chiedendo ai commercianti come trasportare fuori dalla dogana gli acquisti, come un orologio di lusso che a Sondrio costa 9180 euro, mentre a Livigno solo 5500 euro.

 

Nel servizio, con telecamera nascosta, la commessa spiega di mettere l’orologio al polso, mentre garanzia e scatola verranno spediti all’abitazione del cliente. "In due giorni siamo stati in decine di negozi e il comportamento dei commercianti è stato sempre lo stesso, - continua Pelazza nel servizio - spiegano come eludere i controlli per incentivare gli acquisti". Tuttaltro comportamento e reazione hanno avuto gli stessi negozianti quando Pelazza è ritornato con telecamera in vista chiedendo spiegazioni sul "contrabbando alimentato dal mancato pagamento dell’Iva".

 

Un negoziante nel servizio reagisce infatti in malo modo e scaccia dal proprio esercizio la iena. Pelazza, alla fine, incontra anche il primo cittadino di Livigno, Lionello Silvestri, chiedendo se oggi non si potrebbero eliminare i benefici che gode il piccolo Tibet. "Se dovessimo chiudere anche solamente il comparto commerciale Livigno - ha risposto Silvestri - bisognerebbe licenziare dalle 2mila alle 2500 persone". Ma poi ha continuato: "Livigno è cresciuta molto dal punto di vista turistico, quindi oggi ha le gambe per andare avanti da sola". Incalzato sul commercio alimentato dai negozianti il sindaco ha infine affermato: "Penso che sia evidente che il commerciante sa che la merce non viene venduta tutta a Livigno. Diciamolo pure che Livigno è un’anomalia".