L’albergatore che ospita i profughi diventa un "caso" e torna in tv

"In Valtellina siamo 480 alberghi di cui solo 7 o 8 hanno deciso di occuparsi dei migranti. Se questo fosse un business gli altri sarebbero degli stupidi a lasciarselo sfuggire e io non sono certo un approfittatore" di FRA.NE.

L’albergatore Giulio Salvi insieme ad alcuni ospiti (National Press)

L’albergatore Giulio Salvi insieme ad alcuni ospiti (National Press)

Cosio Valtellino (Sondrio), 25 maggio 2016 - Dalle metropoli ai piccoli centri, il tema dell’immigrazione continua a far parlare e il dibattito trova spazio anche in tv. E proprio una troupe televisiva del programma «Tagadà» di La7, ha fatto tappa ieri pomeriggio a Cosio Valtellino, per approfondire la questione. D’obbligo la fermata all’hotel Bellevue dove, l’ormai celebre albergatore Giulio Salvi, ospita da tempo un gruppo di richiedenti asilo. «Alla Prefettura ho dato la mia disponibilità per accoglierne 70 e, al momento, ne ospito 58», spiega Salvi alla conduttrice durante la diretta, circondato da una dozzina di immigrati.

Alla domanda su quale sia il rapporto instaurato con gli ospiti Salvi non ha dubbi: «Tanti mi chiamano papà, con loro ho un ottimo rapporto ma ricordiamoci che la loro cultura è diversa - ammette - e su questo ci stiamo ancora confrontando». Poi aggiunge: «Tra l’altro mia figlia ha sposato uno dei richiedenti asilo che alloggiano qui e da poco sono diventato nonno di una bambina mezza pakistana».

Nel corso della trasmissione c’è chi punta il dito contro gli albergatori come Salvi, accusati di non fare il proprio lavoro e pensare esclusivamente al business. «Mi è capitato di accogliere anche cittadini italiani in quanto uomini - precisa Salvi -. In Valtellina siamo 480 alberghi di cui solo 7 o 8 hanno deciso di occuparsi dei migranti. Se questo fosse un vero business gli altri sarebbero degli stupidi a lasciarselo sfuggire e io non sono certo un approfittatore. Tenere la situazione sotto controllo perdipiù non è cosa semplice, sono come un carabiniere, cerco di fare del mio meglio».

Per chiudere, forse per smorzare il tono polemico che, nel frattempo, ha preso il sopravvento in studio, Salvi ricorda un aneddoto: «Settimana scorsa mia madre ha compiuto 88 anni e i “ragazzi” (così Salvi definisce i suoi ospiti richiedenti asilo) mi hanno commosso dicendo che da loro è davvero raro arrivare a quest’età. Un’affermazione che mi ha fatto molto riflettere».