L’allarme del Comitato salute: "Ancora troppo eternit a Cosio Valtellino"

Il sindaco replica: "Nessun pericolo, lo smantellamento è in corso"

Il tetto di uno dei capannoni segnalati dal Comitato salute

Il tetto di uno dei capannoni segnalati dal Comitato salute

Cosio Valtellino, 6 luglio 2016 - Allarme eternit a Cosio Valtellino, dove ci sarebbero ancora tre tetti di aziende da smantellare e mettere in sicurezza. La segnalazione arriva da Franca Bertoli, del Comitato salute e ambiente Cosio Valtellino: «Siamo stati contattati da alcuni associati che si lamentano delle coperture in eternit, presenti sul nostro territorio comunale – ha detto Bertoli -. Ai tempi era già stato comunicato al Comune, che doveva provvedere a farle rimuovere, ma a tutt’oggi ancora niente. Si tratta del capannone Magni sulla statale, del capannone Mariana in via Streccia e del capannone Broglio, punto edile, in via Don Guanella. Forse sarebbe il caso che il sindaco facesse la sua parte, perché anche per questo problema è lui il responsabile. Ci chiediamo perché i cittadini siano stati costretti immediatamente a smantellare, giustamente, pochi metri quadrati di tetto in eternit, magari del pollaio, pagando ditte specializzate e queste aziende hanno ancora lì da anni i loro tetti pericolosi. Chiediamo che il nostro sindaco si preoccupi dei suoi cittadini che pagano le tasse e non dei turisti che salgono in Valgerola e che chieda alla Provincia la sistemazione della strada provinciale. A questo proposito nei prossimi giorni invieremo la segnalazione in Comune nella speranza che ci rispondano, visto che anche per le segnalazioni inviate per la centrale a biomassa non hanno mai risposto».

Tempestiva la risposta del primo cittadino Alan Vaninetti che giudica l’intervento di Franca Bertoli «come un modo per avere visibilità sui giornali», quindi puntualizza: «Dove ci sono state segnalazioni ci siamo mossi in sinergia con l’Asl, che è l’ente preposto per istituire la pratica di smantellamento e per dare ai soggetti interessati le tempistiche per la messa in sicurezza. Per quanto riguarda il caso specifico di uno dei capannoni citati (il Magni) un privato aveva segnalato e il Comune aveva allertato l’Asl e il tecnico di parte aveva dovuto, secondo l’iter, produrre un’adeguata analisi della copertura in eternit con relativo piano di smaltimento.

Nel caso concreto, a seguito di analisi, una parte del tetto è stata immediatamente rimossa e l’altra ha avuto tempistiche diverse e verrà rimossa entro la fine del 2016. Proprio nei giorni scorsi, abbiamo inviato all’azienda un lettera di sollecito, fra l’altro non dovuta, visto che è un adempimento che il privato deve realizzare in autonomia».

In conclusione Vaninetti aggiunge: «Se avremo delle segnalazioni scritte e non a mezzo giornali ci muoveremo come negli altri casi. Pertanto se veramente vi è un reale interesse da parte della signora Bertoli e non solamente la volontà di farsi pubblicità lo faccia per i canali ufficiali e canonici. La ringraziamo comunque per la preziosa collaborazione che sta fornendo e che vorrà continuare a fornirci, nel momento in cui ci segnalerà per iscritto. Seguendo gli iter procedurali corretti per le situazioni reali e non solamente per fomentare paure e polemiche».