Indagine corsi di formazione: nasce il comitato pro-infermiere

Un imprenditore milanese solidarizza con l'infermiere 45enne Vito Andrea Taurino, coinvolto nell'inchiesta false certificazioni in ambito sicurezza e ai domiciliari: "La burocrazia rallenta il lavoro delle aziende" di Nicoletta Pisanu

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Sondrio, 22 luglio 2014 - Un segno di solidarietà insolito. Un imprenditore milanese, con diverse attività in Valtellina, ha fondato il Comitato pro Vito Andrea Taurino, il 45enne infermiere coinvolto nell’inchiesta sulle false certificazioni in ambito sicurezza. L’imprenditore, che chiede l’anonimato, spiega: «La burocrazia rallenta il lavoro ed è un vero problema per chi ha un’azienda. Velocizzare le procedure, risolve molti problemi, ridurre la durata dei corsi di formazione per i dipendenti, sistemerebbe la situazione. Anche perché, spesso sono lontani, richiedono costi e spese non previste». L’uomo lavora nel campo del turismo e della ristorazione: «Sono dalla parte di Taurino, che se ha sbagliato lo avrà fatto sicuramente per aiutare gli imprenditori. Penso che la normativa sulle certificazioni per la sicurezza vada rivista». Già sabato, l’imprenditore aveva spiegato che presto nascerà un sito internet creato per raccogliere firme e parole di conforto per Taurino. Sembra che Taurino però fosse all’oscuro dell’esistenza di questo comitato. L’infermiere si trova ancora agli arresti domiciliari con l’accusa di esercizio abusivo della professione. Al centro delle indagini ci sono certificazioni che presenterebbero irregolarità. Il difensore di Taurino, Gaetano Braghò del Foro di Milano, ha sottolineato: «Non siamo al corrente di questa manifestazione di solidarietà. Certo ci lusinga e non può che farci piacere, siamo felici ci sia vicinanza per la situazione del mio assistito. Prendiamo il gesto come la manifestazione di un disagio, sintomo di un problema avvertito da diversi imprenditori». Presto l’infermiere potrebbe tornare libero, sono però ancora previsti interventi delle forze dell’ordine per acquisire documenti utili alle indagini, come fatto nelle scorse settimane, quando erano stati perquisiti gli uffici di commercialisti a Morbegno, Ardenno, Berbenno e Ponte in Valtellina. Multe fino a 8mila euro stanno arrivando in questi giorni a decine di imprenditori valtellinesi, che operano soprattutto nell’edilizia.