Dismesse le caserme in affitto: ecco cosa cambia in Valtellina

L'addio al Corpo forestale dello Stato pare ormai cosa certa. Il provvedimento dovrebbe essere attuato entro l’1 gennaio 2017, portando anche in provincia di Sondrio una serie di cambiamenti di ALESSIA BERGAMINI

Corpo forestale dello Stato (National Press)

Corpo forestale dello Stato (National Press)

Sondrio, 25 gennaio 2015 - L'addio al Corpo forestale dello Stato pare ormai cosa certa. Deciso dal decreto legislativo, presentato al Consiglio dei Ministri lo scorso 20 gennaio, il provvedimento dovrebbe essere attuato entro l’1 gennaio 2017, portando anche in provincia di Sondrio cambiamenti per quanto riguarda il servizio offerto dalla forza di polizia impegnata, per eccellenza, nella tutela del patrimonio ambientale e nella repressione dei reati ai danni di quest’ultimo.Allo stato attuale la Forestale è presente in Valtellina e Valchiavenna con il Comando provinciale di Sondrio e ben dieci comandi stazione distribuiti sul territorio. Precisamente nel capoluogo, ma anche a Chiavenna, Morbegno, Tirano, Bormio, Chiesa in Valmalenco, Berbenno, Ardenno, Grosotto e Ponte in Valtellina.

Che ne sarà di queste realtà e del personale che vi opera? A spiegarlo è il comandante provinciale Andrea Turco: «Buona parte del personale del Corpo Forestale verrà assorbito dall’Arma dei carabinieri, all’interno della quale verrà costituito un ruolo forestale. Una minima parte, ovvero quelle aliquote che operano già in un settore più specifico, avranno destinazioni diverse: il personale del Gruppo Elicotteri e della sala operativa confluirà nei vigili del fuoco, gli specialisti in Ordine pubblico saranno assorbiti dalla Polizia di Stato, mentre i Nuclei Nautici e Cites verranno trasferiti alla Guardia di Finanza». Questo il piano a livello nazionale, che vedrà gli agenti della Forestale, fino a oggi operanti in una forza civile, passare in una struttura militarizzata.

Ma cosa cambierà a livello locale? «Fondamentalmente per il cittadino, e quindi anche a livello provinciale, non ci saranno novità o cambiamenti radicali, perché si tratta soprattutto di una riorganizzazione a livello amministrativo. Noi, indipendentemente dal colore della divisa, continueremo il nostro lavoro, con le nostre competenze, a tutela dell’ambiente e nel settore agroalimentare». Uno degli effetti più visibili del decreto, però, sarà quello relativo all’utilizzo delle caserme. «Nel contesto della riorganizzazione delle risorse, che sarà gestita dallo Stato Maggiore dell’Arma dei carabinieri, è prevista l’eliminazione di quelle stazioni per le quali viene versato un canone di locazione. In virtù di una razionalizzazione delle spese, quindi, le caserme per le quali viene pagato un affitto saranno dismesse e il personale sarà collocato in quelle di proprietà demaniale, indipendentemente dal fatto che siano della Forestale o dei carabinieri».