Giovedì 18 Aprile 2024

Sondrio, inaugurata la nuova Casa di riposo di via Lusardi. Ma c’è il rebus accrediti

A tre anni dalla posa della prima pietra il capoluogo valtellinese ha a disposizione una nuova struttura per anziani di Susanna Zambon

Il taglio del nastro con gli amministratori della Casa di riposo di Sondrio

Il taglio del nastro con gli amministratori della Casa di riposo di Sondrio

Sondrio, 1 febbraio 2015 - Taglio del nastro per la nuova casa di riposo in via Lusardi a Sondrio, anzi, come viene chiamato, il Centro polifunzionale per anziani e disabili. La prima pietra è stata posata esattamente tre anni fa e il cantiere ha pienamente rispettato tempi e aspettative. Il progetto nasce con il sostegno di una vera e propria squadra di enti pubblici e soggetti privati: Fondazione casa di riposo, Comune di Sondrio, Provincia, Fondazione Cariplo, Fondazione Rigamonti, Gruppo Credito Valtellinese e Comunità montana di Sondrio.

Nel nuovo Centro polifunzionale troveranno spazio molte realtà: una “sezione” della casa di riposo con una cinquantina di posti, una serie di servizi diurni per gli anziani, spazi per le associazioni dedicate agli over 65, una comunità alloggio e il centro diurno per le persone disabili, oltre ad una serie di soluzioni abitative per ospitare, insieme, persone disabili e i loro genitori anziani. Il tutto collegato - con spazi e servizi in comune - alla palazzina con gli alloggi protetti per gli anziani realizzata dalla Fondazione Longoni al posto del vecchio padiglione sud della casa di riposo.

Ieri, sabato 31 gennaio, l’inaugurazione ufficiale, e accanto alla soddisfazione per la realizzazione di un progetto molto atteso c’è anche la preoccupazione per l’iter milanese relativo al trasferimento su Sondrio degli accrediti dell’Abetina di Sondalo, l’ex casa di riposo di proprietà del Comune di Milano, dismessa e ceduta alla Fondazione della Banca nazionale del lavoro. Un trasferimento stabilito nel 2010 dal piano di programmazione dell’Azienda sanitaria locale che, a distanza di cinque anni, non ha ancora trovato la sua concretizzazione.

E intanto che quei trenta posti, posto più posto meno, non saranno contrattualizzati dalla Regione, l’offerta della nuova struttura residenziale per anziani rimarrà monca. La casa di riposo ha infatti cinquanta posti letto, solo quindici dei quali a pagamento all’ultimo piano. Gli altri trentacinque, quindici al terzo piano destinati ai residenti della Valmalenco attualmente ricoverati nelle strutture di mezza Valtellina e i venti del primo piano, aspettano la fine dell’iter regionale, senza il quale diventano difficilmente accessibili economicamente per gli anziani e le loro famiglie visto che si tratterebbe di rette a costo intero.