Fusione delle banche locali? "Del tutto dannosa"

La replica del sindaco di Casione, Franchetti, all’ipotesi di Molteni sull'accorpamento Creval-Bps di CAMILLA MARTINA

Alcide Molteni, sindaco di Sondrio (National Press)

Alcide Molteni, sindaco di Sondrio (National Press)

Sondiro, 12 febbraio 2016 - «Siccome, ormai, pur di avere qualche minuto di Tg o una mezza pagina di giornale, qualche sindaco della provincia diventa tuttologo, farneticando di quanto sarebbe bello e utile fondere le nostre due banche, vorrei porre alla vostra attenzione le osservazioni di un altro primo cittadino, anche se di un Comune infinitamente più piccolo», inizia così, pungente, il post su Facebook del sindaco di Castione, Massimiliano Franchetti. Inserendosi nel dibattito sul futuro delle banche locali, Bps e Creval, Franchetti polemizza, in maniera ben poco velata, con il primo cittadino di Sondrio che, non molti giorni fa, era intervenuto sulla questione, auspicando la fusione tra i due istituti (anche se va detto che dalla sede di piazza Garibaldi l’intenzione è di procedere in autonomia).

«Sono convinto che la fusione sarebbe dannosa per tre ragioni. Innanzitutto, è pensabile che due banche, che presidiano così capillarmente il territorio, qualora si fondessero, possano tenere aperte tutte le filiali ora esistenti e in forza tutti i rispettivi dipendenti? Secondo, il nostro tanto amato capoluogo, trasformato in una città di servizi, se perdesse il 50% degli impiegati nel settore, vedrebbe tutti contenti? Terzo: le imprese che, magari, nel duopolio esistente a livello bancario, riescono a ottenere condizioni operative vantaggiose, trarrebbero lo stesso giovamento da un monopolio? Il sistema economico provinciale andrebbe a stare meglio?».

Alcide Molteni, sindaco di Sondrio (National Press)

«Ovviamente - aggiunge - a queste mie osservazioni può essere attaccata l’etichetta di miope campanilismo, ma mi permetto anch’io un delirio macroeconomico: secondo voi, un gruppo formato da Creval e Bps, sarebbe al sicuro da attacchi speculativi internazionali? Ogni mezz’ora, un soggetto con grandi capitali potrebbe decidere di comprarsele, come dimostrato dagli attacchi speculativi degli ultimi anni». Per Franchetti, è più probabile che ci si possa mettere al riparo da questa eventualità «con i due istituti separati e rispettivamente inglobati in realtà bancarie di maggiori dimensioni».