Chiavenna, baby sitter accusata di violenza assolta dopo cinque anni

L’ucraina non ha picchiato e minacciato il bambino: è stata prosciolta con formula piena

Il tribunale di Sondrio

Il tribunale di Sondrio

Chiavenna, 26 giugno 2015 - Non maltrattò né picchiò il bambino a cui faceva da baby sitter, e nemmeno rubò nella casa di chi la assunse. Dopo quasi cinque anni si è chiuso l’iter giudiziario ed è finito un incubo per Ivanna Pastukh, una donna 49enne di origini ucraine che, alla fine del 2010, fu accusata di maltrattamenti, lesioni e furto e nei giorni scorsi è stata assolta con formula piena «per non aver commesso il fatto».

La 49enne nell’ottobre del 2010 fu assunta da una famiglia chiavennasca come baby sitter per badare al figlioletto di appena sei anni. Secondo le pesanti accuse, rivelatesi poi infondate, la donna avrebbe iniziato sin da subito a maltrattare il piccolo, a percuoterlo e minacciarlo, provocandogli sofferenze anche morali.

In particolare, secondo l’accusa, la straniera lo avrebbe graffiato e afferrato al collo con le mani, ma lo avrebbe anche picchiato sulla schiena con il manico di una scopa, spingendolo contro le porte, tanto da provocargli ematomi ed echimosi. In più occasioni, stando sempre a quanto scritto nel capo di imputazione, lo avrebbe anche minacciato con un coltello. «Se racconti ai tuoi genitori cosa ti ho fatto ti uccido il coniglietto, oppure uccido tua mamma e tuo papà» le parole che l’accusa contestava alla straniera.

A fine novembre del 2010 i genitori denunciarono la baby sitter, non solo per lesioni e maltrattamenti ma anche per furto per aver rubato dalla casa dei suoi datori di lavoro un orecchino in oro bianco con perla, sei cuscini e tre coltelli. A febbraio Ivanna Pastukh fu rinviata a giudizio, e il 12 di giugno si è svolto il processo con la sentenza di assoluzione. Secondo il giudice Antonio De Rosa la 49enne, assistita dal legale di fiducia avvocato Maria Carla Del Curto, che l’ha difesa sin dall’inizio del procedimento nei suoi confronti, non ha mai commesso quello di cui è stata accusata, non ha picchiato, maltrattato e minacciato il bambino e nemmeno rubato oggetti vari nella casa dei datori di lavoro.