Asino ferito caduto dall'elicottero, parla la padrona: «Siano accertate le responsabilità»

Animale morto per la rottura dell'imbragatura che lo trasportava appeso a un elicottero. «L’imbragatura sembrava che facesse pendere troppo in avanti l’animale», la padrona allevatrice si aspetta un risarcimento di 1.500 euro di Camilla Martina

L'elicottero dei vigili del fuoco e, in basso a destra, il corpo senza vita del povero asino

L'elicottero dei vigili del fuoco e, in basso a destra, il corpo senza vita del povero asino

Val Masino, 15 agosto 2014 - Si chiamava Bimba, l’asina che pochi giorni fa è morta sul colpo dopo un volo di circa 20 metri, a causa della rottura dell’imbragatura penzolante dall’elicottero che la trasportava. E per la sua proprietaria, Carmen De Simoni, titolare dell’azienda agricola di Nuova Olonio (Comune di Dubino) che da più di 10 anni alleva capre e pecore, aveva non solo un valore economico, ma anche affettivo. «Eravamo molto affezionati a lei e al piccolino che aveva in grembo che sarebbe nato a dicembre», commenta la donna che da terra, pronta a recuperare la bestia e a caricarla sul camion, ha assistito impotente all’accaduto. Doveva essere una normale operazione di soccorso animali in alta quota, invece ha avuto un triste epilogo.

La bestia, come ogni anno, era stata mandata a prendere il fresco in alpeggio (il Ligoncio, in Val Masino, a quota 2000 metri) insieme all’asino maschio e agli altri animali di proprietà della famiglia: «Un giorno - spiegano i proprieatari - ci avvisano che si è fatta male, così la raggiungiamo e scopriamo che, in realtà, da tempo non mangiava. L’ho trovata deperita, insieme al compagno maschio che vegliava su di lei. Così, ho chiamato il veterinario che le ha steccato una caviglia e l’ha sedata per il trasporto. Una volta arrivato l’elicottero dei vigili del fuoco proveniente da Malpensa, l’hanno imbragata. L’imbragatura, a dir la verità, mi sembrava un po’ grande e, nelle prove che hanno effettuato, pareva facesse pendere un po’ troppo in avanti l’animale. Ma, non essendo esperti, ci siamo fidati. Poi è successo quel che è successo».

Quando l'elicottero ha fatto il giro per abbassarsi di quota la bestia è precipitata tra le urla e il pianto della proprietaria, che era in attesa sulla piazzola: «In base a quello che ci hanno comunicato si sono scucite le cinghie», proseguono i coniugi che, pur non volendo infierire, credono che la vicenda non debba cadere nel dimenticatoio, «soprattutto - proseguono - perché si dia corso a un accertamento delle eventuali responsabilità che eviti il ripetersi della vicenda». Poi c’è il risarcimento «legittimo - dicono-, considerando la perdite che, per entrambi gli animali, si dovrebbe aggirare sui 1500 euro, più i costi dello smaltimento carcassa e del veterinario». Un danno materiale per una famiglia che basa la sua attività proprio sull’allevamento di bestie. «Per trovare una soluzione amichevole - concludono - dopo che, a distanza di giorni, nonostante le promesse, nessuno si è più fatto sentire, nostro figlio ha mandato una mail al comando provinciale dei vigili». Non essendo responsabile dell’accaduto, verosimilmente il Comando inoltrerà il tutto a chi dovrebbe aver avviato il procedimento di verifica.