Brutale aggressione ai vigili: servizi sociali per la guardia giurata manesca

Sesto, sentenza che fa discutere. L’assessore: «Faremo causa all’uomo» di Rosario Palazzolo

Via Giovanna d'Arco a Sesto, dove due vigili sono stati aggrediti da una guardia giurata

Via Giovanna d'Arco a Sesto, dove due vigili sono stati aggrediti da una guardia giurata

Arresto convalidato e condanna. Ma niente prigione per L.G., la guardia giurata di 37 anni che martedì mattina ha brutalmente aggredito due agenti della polizia locale che intendevano contestargli un semaforo rosso. L’uomo ha ottenuto dal giudice del tribunale di Monza “la messa in prova”: un periodo di servizi sociali in cui dovrà sottoporsi ad attività di pubblica utilità. Una condanna che ha lasciato sbalorditi i più, soprattutto quanti hanno assistito al pestaggio e si attendevano “una pena esemplare”. Il giudice si è riservato di stabilire la durata della pena che, se ben condotta, porterà all’estinzione del reato. Ha inoltre riconsegnato all’uomo le armi che deteneva regolarmente in casa.

Sesto San Giovanni, 14 agosto 2014 - Condannato. Ma non dovrà scontare quella “pena esemplare” che molti, forse, si aspettavano. La condanna ai servizi sociali inflitta a L.G., autore di un pestaggio incredibile e inqualificabile ai danni di due agenti della polizia locale di Sesto, rischia di aprire un nuovo dibattito in città.

«Le sentenze non si discutono mai», afferma l’assessore alla Polizia locale Alessandro Piano (nella foto), che nella vita di tutti i giorni è anche avvocato penalista. Era stato lui stesso ad auspicare in un commento pubblico, già poche ore dopo l’aggressione, che i giudici adottassero una pena equilibrata ma severa. Ma oggi precisa: «I cittadini colpiti da una vicenda così cruenta e insensata forse si aspettavano la prigione per il responsabile - afferma Piano -. Sicuramente saranno rimasti delusi dell’esito del processo. Tuttavia si deve considerare che il giudice, nell’applicare la pena, ha sicuramente valutato il reato, tralasciando di farsi trasportare dall’emotività».

Si è detto sorpreso per l’esito del processo lampo anche il vicesindaco Felice Cagliani che martedì pomeriggio aveva fatto visita agli agenti in ospedale: «Non mi aspettavo un esito di questo tipo. Ma dobbiamo prendere atto della sentenza e pensare che fortunatamente è finito tutto bene - ha commentato -. Ho trovato gli agenti scossi. Loro stessi sono rimasti basiti per l’accaduto perché non avrebbero mai potuto immaginare un gesto così folle da parte di un cittadino. Sappiamo per certo, dalle testimonianze di alcuni cittadini, che gli agenti hanno agito con educazione e rispetto, dunque nulla può essergli imputato per quanto è accaduto».

L'esito del processo per direttissima non impedirà all’amministrazione comunale di costituirsi in un procedimento civile che, come ha spiegato lo stesso assessore, «avrebbe una duplice valenza: quella di ribadire con forza il valore istituzionale del lavoro degli agenti della polizia locale; quella di ricercare un ristoro per il danno di immagine subito dal corpo e per i danni più materiali che eventualmente dovessero ricadere sugli agenti e sull’amministrazione comunale».

La Giunta del sindaco Monica Chittò non ha potuto costituirsi parte civile nel procedimento che ieri si è celebrato al tribunale di Monza con rito direttissimo.

«La procedura imposta al Comune per questa decisione è molto più lunga, in quanto è richiesta una delibera per assegnare l’incarico a un legale - spiega Piano -. Tuttavia a settembre proporrò alla giunta di promuovere un procedimento civile autonomo per richiedere i danni. Mi pare un segnale doveroso sia nei confronti degli agenti che dell’intera città».

L'episodio rischia di modificare anche l’atteggiamento e le modalità operative degli agenti nei confronti dei cittadini. Non è un mistero che il corpo di polizia locale sia impegnato da oltre un anno per ridisegnare le sue funzioni e l’organizzazione interna. Un processo che non ha risparmiato tensioni e difficoltà. «Mi auguro che ciò non accada – confessa Piano -. Gli agenti si sono comportati in modo esemplare e il loro lavoro a stretto contatto con i cittadini è un patrimonio che la città deve difendere e promuovere».

rosario.palazzolo@ilgiorno.net