Sesto, lo sfogo della madre dell'ultrà Kevin: mio figlio in carcere per errore

Gisella Camporeale difende il 19enne accusato a Roma di tentato omicidio

Kevin Pirola

Kevin Pirola

Sesto San Giovanni (Milano), 27 maggio 2016 - Si sfoga sui social network la mamma di Kevin Pirola, il tifoso milanista arrestato la notte di sabato con l’accusa di tentato omicidio. Secondo la Procura avrebbe accoltellato un uomo durante l’assalto al bar «Jet Lag» di Roma dopo la finale di Coppa Italia allo Stadio Olimpico. La madre, Gisella Camporeale, è partita lunedì per stare vicino al figlio, di 19 anni e incensurato, unico arrestato fino a oggi. Sulle pagine Facebook dedicate a Sesto, la donna cerca solidarietà. «Kevin è un cittadino sestese che ha bisogno di tutti noi – scrive – Sta vivendo un’ingiustizia. Lui non indossava neanche una felpa bianca, ma un giubbotto nero della Nike. E allora cosa stiamo aspettando?». Il vestiario cui si riferisce la signora Camporeale è quello riferito da uno dei testimoni-accusatori, che tuttavia non corrisponderebbe all’identikit del figlio. Mercoledì mattina il gip ha accolto la richiesta della Procura emettendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

«Kevin è un cittadino di Sesto detenuto a Roma ingiustamente per un accusa che non lo riguarda», ribadisce Camporeale. Che insiste nelle risposte sul social: «Sicuramente è un errore, in quanto Kevin non è mai sceso da quel pullman e in più non corrisponde alla descrizione fatta alla polizia». Da Regina Coeli il ragazzo continua a dire che lui, per strada, non ci è mai andato con le spranghe e i coltelli in mano. «Ci sono 70 persone che verranno sentite e potranno testimoniare. Ci sono particolari molto importanti che ancora non sono emersi», scrive la donna. E ancora: «Kevin è sceso dal pullman solo quando lo ha chiesto la polizia. E ci sono testimoni».

L'avvocato Japoco Cappetta ha depositato proprio mercoledì la lista dei compagni che erano seduti vicino al 19enne e che potrebbero quindi scagionarlo, assicurando di non averlo mai visto lasciare il pullman. «Stiamo facendo tutto il possibile. Mio figlio è innocente e lo dimostrano le prove». Oltre ai compagni ultras, ci sarebbero le testimonianze di una delle vittime e di uno dei clienti del locale, che hanno fornito un identikit completamente diverso dall’aspetto di Kevin. Di un «uomo robusto, pelato con gli occhi azzurri» parla uno degli aggrediti, un attore tifoso della Juve. Di «uomo alto 1,85 metri, biondo e con gli occhi chiari» parla un cliente che al momento del raid si trovava vicino al bancone. Kevin è alto 1,60, magrolino, moro e dimostra meno anni di quelli che ha. «Io dico, ma come si fa? Di uguale non hanno niente, a meno che mio figlio non si trasformi. Non possiamo e non dobbiamo accettare questa cosa. Non possiamo permetterlo». Intanto iniziano a farsi sentire anche gli ultras, i compagni di stadio di Kevin. Sempre sui social, da ieri, ha iniziato a girare un manifesto firmato dalla Curva Sud Milano. Solo due parole: «Kevin libero».