Venerdì 26 Aprile 2024

Gambizzato a Cinisello, la pista di armi e droga dietro la sparatoria

Agguato in via Alberto da Giussano, nel quartiere Sant'Eusebio: da 20 anni non si sparava di Rosario Palazzolo

TRACCE Forze dell’ordine impegnate a tutto campo:  la sparatoria fa temere che nel quartiere sia tornata massiccia la presenza di armi (Spf)

TRACCE Forze dell’ordine impegnate a tutto campo: la sparatoria fa temere che nel quartiere sia tornata massiccia la presenza di armi (Spf)

Cinisello Balsamo, 26 novembre 2014 - Si indaga negli ambienti della droga del rione Sant’Eusebio per cercare di dare un volto e un nome ai malviventi che lunedì sera hanno ferito un uomo alle gambe in un agguato che ha tutta l’aria di un avvertimento. La vittima M.D. è un uomo di origine senegalese (non marocchino come era stato indicato in un primo momento dagli inquirenti), di 36 anni, regolarmente residente a Sant’Eusebio dove divide l’alloggio pubblico dell’Aler con una compagna italiana. Mai negli ultimi 20 anni si era sparato a Sant’Eusebio, nonostante qui la droga non abbia mai smesso di girare.

Vent’anni fa, l’operazione Sant’Eusebio, seguita da un corposo programma di riqualificazione urbana e sociale del quartiere popolare, aveva dato segnali positivi di allontanamento della criminalità. Ma negli ultimi tempi l’aumento degli arresti da parte delle forze dell’ordine ha denotato un ritorno dei fenomeni di spaccio. Le forze dell’ordine hanno sempre tenuto gli occhi puntati sul quartiere, benché la droga abbia continuato a circolare, oggi con sistemi più sofisticati di un tempo. Spesso anche utilizzando nuova manodopera straniera, in un quartiere dove le otre 500 case popolari sono oggi abitate da centinaia di stranieri come M.D.

L’agguato di lunedì sera crea un precedente ritenuto preoccupante anche dalle forze dell’ordine. Se infatti la sparatoria si è consumata all’interno del rione, significa che qui sono presenti criminali dotati di armi e pronti a usarle. È chiaro che chi ha sparato non intendeva uccidere M. D., ma solamente lanciargli un avvertimento:è stata usata una pistola semiautomatica di piccolo calibro che non ha leso organi vitali.

La vittima era già nota alle forze dell’ordine proprio per reati di spaccio. Dunque, non si esclude che proprio in quell’ambito si debbano ricercare i responsabili. Una partita di droga non pagata, oppure uno sgarro nel difficile equilibrio dello smercio nel quartiere. Questi i confini nei quali i carabinieri di Cinisello e della Compagnia di Sesto San Giovani si stanno muovendo. Lunedì sera poco dopo le 18 due sicari, arrivati in scooter lungo via Alberto Da Giussano, hanno esploso quattro colpi di arma da fuoco colpendo ripetutamente alle gambe il senegalese che si trovava fermo alla fermata dell’autobus.

Non è chiaro se l’uomo stesse davvero attendendo un autobus, oppure si trovasse lì per spacciare droga. Proprio in quella zona di via Da Giussano, già più volte le forze dell’ordine hanno scoperto spacciatori che utilizzavano come nascondiglio i cespugli che dividono la strada dal cortile dei caseggiati Aler.

Gli ultimi arresti erano stati compiuti lo scorso fine settimana, quando la polizia ha sorpreso due italiani a spacciare droga a un centinaio di metri dal luogo della sparatoria. Le condizioni del senegalese sono state subito reputate buone, tanto che già ieri mattina è stato dimesso dall’ospedale di Niguarda e ha potuto tornare a casa, nei palazzoni di Sant’Eusebio, teatro dell’attentato.

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