Sesto, danno d’immagine salato: la funzionaria deve pagare

Nicoletta Sostaro riasarcirà al Comune 316mila euro

Nicoletta Sostaro

Nicoletta Sostaro

Sesto San Giovanni (Milano), 1 agosto 2015 - Più di 300mila euro da risarcire al Comune. 316. 039,84 euro per l’esattezza. Conto salatissimo per Nicoletta Sostaro, ex responsabile dello Sportello unico per l’edilizia finita nell’inchiesta sul «Sistema Sesto». Licenziata in tronco dall’amministrazione il 16 febbraio 2012, l’ex braccio destro dell’assessore Pasqualino Di Leva ha già patteggiato un anno e 8 mesi di reclusione: secondo le carte processuali, avrebbe sostanzialmente creato corsie preferenziali per le pratiche degli imprenditori Marco Magni e Giuseppe Pasini, ai quali era legata da un’attività di consulenza e dai quali avrebbe incassato in tutto 123mila euro.

Carte processuali trasmesse pure alla Corte dei Conti per calcolare il presunto danno erariale patito da piazza della Resistenza. E il danno c’è stato eccome, secondo la sentenza depositata il 27 luglio. E ammonta, centesimo più centesimo meno, a 316mila euro. Ecco come i giudici sono arrivati alla cifra a cinque zeri. Si parte dal danno d’immagine, quantificato in 246mila euro. Cioè esattamente il doppio dei soldi che la funzionaria avrebbe illecitamente percepito per le sue attività «extralavorative»: 50mila euro da Magni e 73mila da Pasini, compresi i 43mila euro «a remissione del debito contratto per l’acquisto di un immobile». Passiamo poi a quello che la Procura erariale ha definito «danno da disservizio», vale a dire il denaro che il Comune ha dovuto tirar fuori «per ripristinare la funzionalità del servizio» e per svolgere le indagini interne del caso: 30mila euro il conto per Sostaro, pari al 30% di una spesa di 100mila euro.

Per la cronaca, è bene ricordare che dagli approfondimenti della Commissione speciale è emerso che «nel periodo in cui Sostaro è stata responsabile del servizio» il Comune «avrebbe completamente mancato al proprio compito istituzionale di controllare l’80% delle pratiche cosiddette “minori”»; senza contare le carenze istruttorie rilevate nella totalità dei fascicoli (16) relativi ai procedimenti più importanti. Gli ultimi 40mila euro fanno riferimento a un «danno da disservizio» che Sostaro avrebbe provocato alla comunità tramite «costante distrazione di energie in favore della realizzazione di fattispecie penalmente rilevanti». Come dire: invece di lavorare a tempo pieno, utilizzava parte della giornata al servizio di Magni e Pasini. Risultato: deve restituire il 20% degli stipendi ricevuti in quel periodo.