Ago, filo e stoffe: a Sesto si impara a cucire il futuro

Il laboratorio di sartoria a SpazioArte: un'occasione di riscatto anche per chi è senza lavoro di LAURA LANA

Alcuni abiti realizzati nel laboratorio

Alcuni abiti realizzati nel laboratorio

Sesto San Giovanni (Milano), 3 aprile 2016 - Da due mesi hanno preso in mano ago e filo, pezzi di stoffa, gessetti bianchi e si sono messe alla macchina da cucire. Un salotto rosa, un corso inedito di formazione, un modo per passare qualche ora in compagnia, imparando un nuovo mestiere manuale e cercando di rientrare nel mondo del lavoro. In questo weekend, le prime creazioni si possono ammirare e acquistare nella mostra mercato, che mette insieme imprese con lunga esperienza alle spalle, stand griffati e nuove realtà: un artigianato di eccellenza che sarà in vendita ancora oggi dalle 10 alle 18 a SpazioArte in via Maestri del Lavoro. Il "Laboratorio creativo solidale di cucito" è nato dalla collaborazione tra Auser Lombardia, Auser Sesto, Amici della Casa della Carità di Milano e l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune. C’è chi non ha mai preso un ago in mano, come la giovane Isabella Gobbi. C’è chi è più avvezzo e non ha avuto bisogno di lezioni base, come Luisella Sudati.

"So già cucire, ma realizzare vestiti su misura è tosto - ammette -. Ci sono due gruppi con due insegnanti: uno di patchwork e uno di sartoria vera e propria con i cartamodelli. Realizziamo già anche qualche prodotto da vendere ai mercatini per finanziarci. Io sono in pensione, ma ci sono anche tanti giovani che sperano di poter trovare un nuovo lavoro". Perché il laboratorio ha messo in contatto donne imprenditrici e artigiane anche con persone senza occupazione, pronte ad assorbire nuove competenze. Tra loro c’è Alessia Defferana. "Mia figlia, conoscendo la mia passione, mi ha portato a casa il volantino che le aveva dato un’amica a scuola - racconta -. Mi è sempre piaciuto creare con le mani e qui posso avere basi più solide e concrete con un percorso di formazione. L’idea è arrivare a confezionare degli abiti. Da disoccupata, con due figli e un cane, la vita costa". Ma c’è di più. Perché il gruppo è numeroso, pieno di entusiasmo e di speranze. "Dobbiamo pensare anche al futuro - continua Alessia -. Cercare di tirare fuori qualcosa, di inventarci un nuovo lavoro visto che il mercato non ci vede. Sarebbe bello, un domani, formare una cooperativa o comunque mettere in piedi un’attività tutte insieme". Linetta Marabese è sarta da sempre ed è una delle maestre del laboratorio.

"All'inizio erano tutte tese, ora si sono sciolte e si divertono apprendendo qualcosa di nuovo. Sono figlia di una sarta. Mia mamma mi ha insegnato tanto. Tutto quello che so mi piace tramandarlo. È importante dare agli altri". Con Linetta c’è Caterina Grimaldi, che insegna l’arte del patchwork. "Sono tutte molto motivate. Qui abbiamo esposto una trapunta che si intitola ‘Sbagliando si impara’. Purtroppo oggi disponiamo di una sola macchina da cucire. Si spera di poter integrare il laboratorio con altre". L’appello è quindi lanciato a chi vorrebbe disfarsi o prestare una macchina da cucire. Durante la mostra mercato, con un banchetto si venderanno i primi manufatti: i fondi sosterranno l’acquisto dei materiali e le attività future.

di LAURA LANA