Rho-Monza, la presa della collinetta: Paderno cede ai cantieri

Dopo cinque giorni di resistenza l'area-simbolo è stata cantierizzata. I cittadini si sono schierati ai piedi dell’area sin dall’alba poi hanno dovuto arrendersi di Daniela Salerno

Manifestanti, carabinieri e al centro un furgone degli operai per il cantiere della Rho-Monza

Manifestanti, carabinieri e al centro un furgone degli operai per il cantiere della Rho-Monza

Paderno Dugnano, 15 luglio 2014 - Dopo cinque giorni di resistenza «cade» anche la collinetta di via Cesare Battisti. Ieri, intorno alle 15, sono finite le trattative tra i manifestanti, che da anni lottano per l’interramento della Rho Monza - e che chiedevano di poter salvare dalla cantierizzazione il loro simbolo - e i funzionari di Serravalle, incaricata di portare avanti i lavori. A mediare tra loro le forze dell’ordine, i carabinieri della tenenza di Paderno Dugnano e la Digos. Presenti anche gli onorevoli Ezio Casati del Partito Democratico e Massimo De Rosa del Movimento Cinque Stelle, la consigliera regionale Silvana Carcano (M5S), l’ex consigliere provinciale Massimo Gatti (Prc-PdCi) e diversi consiglieri comunali di opposizione, mentre per la giunta ha presenziato l’assessore Andrea Tonello, non sempre in linea con i manifestanti. «Fateci vedere la documentazione che avete prodotto per iniziare il cantiere e vedremo di farvi entrare». Così chiedevano da giovedì i cittadini in lotta. Una documentazione che in parte è stata portata, ma che i manifestanti e l’onorevole Casati hanno ritenuto incompleta «non essendoci alcuna autorizzazione comunale per iniziare la recinzione dell’area».

Stanchi dei cinque giorni di protesta, i responsabili del cantiere hanno chiesto di entrare e, scortati dalla celere e dai carabinieri, hanno forzato il presidio. Pochi attimi di tensione, un lucchetto chiuso che i lavoratori hanno tranciato, e gli operai erano già all’interno dell’area con due camion mentre ancora i manifestanti provavano a salvare quanto avevano portato con loro. Nella confusione generale una donna è rimasta ferita alla testa, pare a causa di un sasso caduto da un manifesto appeso alla sbarra, sollevata per entrare, ed è stato necessario l’intervento della Croce Rossa che ha soccorso lei e la figlia, che ha avuto un mancamento. «Oggi la democrazia è morta», urlavano i manifestanti. «Vergognatevi del lavoro che state svolgendo, qui ci portate via l’aria», gridava una donna mentre gli operai montavano la rete.

Nonostante non verrà realizzato l’intero potenziamento dell’autostrada prima di Expo, la scelta è quella di cantierizzare tutta l’area per bonificarla e spostare un gasdotto. Un’operazione che necessita l’abbattimento degli alberi cresciuti in questi anni. Tra gli accordi presi durante la giornata con gli operai, anche quello di non toccare le piante fino a lunedì prossimo, giornata in cui si terrà un ennesimo incontro per illustrare il progetto alla città, ma, hanno spiegato i carabinieri dopo aver parlato con il Ministero, anche in quell’occasione non vi saranno margini di trattativa: ormai il piano è esecutivo. «Non capiamo perché — commenta Renato Lunardi del Comitato pro tunnel — insistano a chiudere tutta l’area, quando il progetto per ora interesserà solo una piccola parte. Non potrebbero farci godere di questo spazio per un altro anno e mezzo? Si sa poi come vanno a finire le cose in Italia, finito l’Expo finiranno i soldi e a noi resterà una montagna sventrata».