Sbarcati a Milano 300 profughi: la Lega grida al pericolo Isis

Nel campo di Bresso resteranno pochi giorni. Il 90% famiglie siriane di Laura Lana

Il centro accoglienza temporanea di Bresso

arrivo profughi bresso - per stimolo/cerri - foto spf

Bresso (Milano), 21 febbraio 2015 - Sono per lo più famiglie. Stremate, dopo essere sbarcate nelle scorse settimane sulle coste meridionali, essere state accolte nei centri del Sud e aver poi raggiunto Milano. Il giro è lo stesso di chi le ha precedute in questo ultimo anno e mezzo, da quando è scoppiata la crisi siriana che si è portata dietro l’emergenza profughi. In due giorni, dai treni provenienti da Salerno e dalla Puglia, sono arrivati alla scalo ferroviario di Milano in 300. Si tratta per la maggior parte di cittadini di nazionalità siriana (220), mentre gli altri sono eritrei (80). Venticinque famiglie siriane sono state accolte a Casa Suraya, il centro di accoglienza gestito dalla cooperativa Farsi Prossimo di Caritas Ambrosiana. Tutti gli altri sono stati smistati dal Comune di Milano nelle altre strutture convenzionate di via Aldini, Corelli, Mambretti, Saponaro-Isonzo.

Poi c'è Bresso, che fa la parte grossa con il campo allestito dalla Croce Rossa Italiana in via Clerici. Numeri che si possono gestire, rassicura il sindaco Ugo Vecchiarelli (Pd), anche se sono stati annunciati nuovi arrivi. «Parliamo di 250 profughi e di una situazione che è la stessa rispetto a settembre. Già mercoledì sera la cifra si era decisamente sgonfiata, sotto le cento presenze. L’accoglienza non è permanente. Le famiglie vengono smistate in altri centri sotto il controllo delle Prefetture regionali». Come ricorda anche la Cri, si tratta di «una struttura concepita per l’accoglienza temporanea, al servizio della Prefettura come nel caso degli arrivi previsti in questi giorni». Il centro è nato lo scorso autunno per i migranti che necessitavano di cure, ma solo per pochi giorni. Così come cinque mesi fa, anche queste ultime famiglie sono in transito: rimarranno in Italia probabilmente solo qualche giorno, il tempo di organizzarsi per ripartire verso il Nord Europa. Anche a Bergamo e Sondrio i centri di smistamento stanno infatti accogliendo i nuovi flussi in questo percorso a tappe.

Intanto, non si placano le polemiche. L’altro giorno è stata la Lega Nord a presentarsi al campo bressese con uno striscione. “Toc toc. C’è l’Isis?”, si leggeva. Troppi ingressi e fuoriuscite senza adeguati controlli, con un forte rischio di infiltrazioni terroristiche, hanno denunciato gli esponenti del Carroccio. Tuttavia, in via Clerici si lavora sereni. Non solo le decine di volontari della Croce Rossa, ma anche le istituzioni. Per due giorni il sindaco di Bresso e il prefetto di Milano Francesco Tronca hanno effettuato sopralluoghi nella struttura per verificare. Oggi Vecchiarelli sarà ancora lì, in vista dei nuovi possibili arrivi di altre famiglie. Nessuna risposta alla provocazione leghista e al vortice delle dichiarazioni: il municipio ribadisce soltanto che il prefetto ha garantito l’implementazione della sorveglianza nel campo sia nel momento dell’accesso sia durante la permanenza dei profughi. Una richiesta, però, il primo cittadino bressese l’ha avanzata: un coordinamento tra la Regione, la Città Metropolitana e tutti i Comuni dell’hinterland, almeno quelli più vicini come Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, anche se per ora non è arrivata nessuna comunicazione di allerta e non sono previsti arrivi.