Salvini, guanto di sfida: "Sesto può cambiare"

Il leader della Lega chiude nell'ex Stalingrado la campagna per il "no" e punta al muncipio

Foto-ricordo con Matteo Salvini

Foto-ricordo con Matteo Salvini

Sesto San Giovanni (Milano), 28 novembre 2016 - Fa fatica a entrare nel salone Matteo Salvini, bloccato fuori da SpazioArte da una carica di leghisti con smartphone in mano per foto e, soprattutto, selfie. Bandiere sui muri, sulle sedie i cartelloni blu "Salvini Premier". Il leader del Carroccio ha voluto chiudere il tour per il "no" al referendum costituzionale del 4 dicembre proprio a Sesto San Giovanni, aprendo di fatto la campagna elettorale per le Amministrative di primavera.

Una sala stracolma, c’è addirittura chi non è riuscito a trovare posto a sedere. "Pensare che a Sesto la Lega riesca a portare fuori casa così tanta gente è un segnale positivo. Che ci fa ben sperare per il futuro. Anche in questa città si può cambiare. Si può arrivare ad archiviare il sistema Sesto", ha commentato il segretario provinciale Riccardo Pase, già fautore della conquista della vicina Cologno Monzese un anno e mezzo fa.

In via Maestri del Lavoro i lùmbard di Cologno sono arrivati in blocco tra consiglieri comunali e assessori. In sala anche i protagonisti cinisellesi, come Giacomo Ghilardi, e quelli del centrodestra sestese: Roberto Di Stefano, capogruppo e candidato sindaco di Forza Italia, insieme a Silvia Sardone e Giovanni Fiorino, Antonio Lamiranda, capogruppo di Fratelli d’Italia, Celestino Pedrazzini, ex senatore leghista e Giuseppe Pasini, il candidato sindaco che sfidò il democratico Giorgio Oldrini. "Dobbiamo dare un segnale di svolta. A Bologna per un pelo abbiamo rischiato di vincere e sbarazzarci della sinistra – ricorda il cinisellese Jari Colla, consigliere regionale della Lega -. Se abbiamo gli uomini giusti, li possiamo mandare a casa. A Sesto correremo uniti per liberare una città che, grazie a questo sindaco, da domani si sveglierà con la più grande moschea d’Italia".

Quando il segretario federale prende il microfono, tutta la platea si alza in piedi con al coro di "Matteo, Matteo" e con i cartelli alzati al cielo. "Volere è potere, basta avere le idee chiare. Quindi, anche a Sesto si può cambiare – assicura Salvini -. Cascina e Monfalcone, due città operaie e di sinistra da sempre proprio come questa, hanno scelto per la prima volta nella loro storia di voltare pagina con un sindaco donna della Lega". Perché, dice il segretario federale, c’è modo e modo di fare il sindaco. "C’è chi ha usato Sesto come trampolino di lancio per la sua carriera politica. C’è chi risponde al padrone Matteo Renzi e si prende i clandestini profughi, come Monica Chittò. E c’è il nostro sindaco di Cologno Monzese, Angelo Rocchi, che al Prefetto e al Governo ha detto no ormai da mesi. Se però passerà la riforma costituzionale, anche il bravo sindaco di Cologno dovrà sottostare al diktat di Roma, perché i territori non decideranno più nulla". La campagna di primavera è davvero iniziata.