Verso il voto, Di Stefano lancia la sfida: "Sesto deve voltare pagina"

Il candidato di Forza Italia è pronto per la battaglia elettorale: "Il centrodestra è unito"

Roberto Di Stefano

Roberto Di Stefano

Sesto San Giovanni (Milano), 15 novembre 2016 - Un mese fa è arrivato il via libera dalla segreteria regionale di Mariastella Gelmini: per Forza Italia il candidato alle elezioni amministrative è Roberto Di Stefano, 39 anni, attualmente capogruppo e vicepresidente del consiglio comunale. Gli altri partiti non si sono ancora espressi, ma la coalizione da mesi si sta muovendo insieme.

Dopo anni di corse solitarie, in primavera il centrodestra sarà unito?

"Per la prima volta stiamo avviando un percorso comune, con scelte condivise, come si è visto dalle iniziative per il no al referendum sulla riforma costituzionale. Questo è perché vogliamo vincere davvero. I muri da abbattere saranno astensionismo e clientelismo".

Due mesi di tour nei quartieri per raccogliere idee: come è andata?

"All’inizio abbiamo trovato una grande disaffezione verso la politica. Ora i sestesi iniziano ad avvicinarsi e chiederci di rappresentare le loro istanze. Sono gli stessi rioni che ci chiedono di essere presenti con i nostri gazebo. Vogliono conoscere il nostro programma elettorale. Sono stanchi del modo di far politica del centrosinistra. C’è molta voglia cambiamento".

Se diventasse sindaco, quali sono le priorità?

"Pulizia, vivibilità, sicurezza. Abbiamo un nuovo operatore per la raccolta dei rifiuti, eppure il degrado è sotto gli occhi di tutti. Serve un piano concreto di lotta alle microdiscariche. Da anni proponiamo un potenziamento del sistema di videosorveglianza, con la reintroduzione del turno notturno della polizia locale. Siamo sempre stati inascoltati. Queste sono azioni semplici e immediate. Poi, certo, la città avrebbe bisogno di altro".

Ad esempio?

"Politiche per la casa diverse. Ho incontrato un papà sestese di 26 anni, rimasto senza abitazione per uno sfratto. C’è chi dorme in ospedale, chi in auto, famiglie smembrate in alberghi lontani, con contributo comunale. Mancano risposte adeguate".

Lei come sarebbe intervenuto?

"I 250mila euro del bilancio partecipato li avrei usati per politiche sociali e non per finanziare con soldi pubblici 5 tagli del nastro a 6 mesi dal voto. Quella è mancia elettorale".

A oggi qual è il panorama politico?

"Una coalizione tradizionale con Pd e sinistra, il centrodestra unito con le sue civiche, il Movimento 5 Stelle e poi abbiamo l’incognita delle altre liste. Vedo difficile un maxipolo civico, anche se seguo con interesse quello che sta accadendo: ci sono troppi personalismi e manca un’unica leadership. Più facile ci saranno almeno due liste diverse".

La figura di Filippo Penati la spaventa?

"No, anzi. Forse spaventa più il sindaco Monica Chittò, visto che il Pd rischia di spaccarsi".