Milano, 15 settembre 2013 - Frecciate al governo Letta, bordate all'avversario Berlusconi e un programma che non nasconde: "Dicono che io faccio battute per ottenere del facile consenso ma se non prendi il voto dei delusi del centrodestra non vinci le elezioni". E' solo uno dei passaggi del lungo intervento di Matteo Renzi alla chiusura della festa del Partito democratico al Carroponte di Sesto San Giovanni.

Il sindaco di Firenze, sfrattato dalla pioggia dal palco concerti al tendone allo spazio Mil dove, solo 24 ore prima, aveva parlato il suo ex avversario Pierluigi Bersani, è stato accolto da una folla di sostenitori. 'Nessun giorno è sbagliato per cambiare", il titolo dell'intervento del primo cittadino, in pieno stile "rottamazione".

Renzi a ruota libera. Al governo Letta consiglia: "Se fa le cose per bene da cittadino sono il primo a festeggiare, se vedo che rinvia rivendico che deve fare qualcosa. E' lì da aprile, noi ci aspettiamo che nelle prossime settimane non stia dietro ai ricatti ma faccia quel che ha detto, in primis sulla legge elettorale". Svicola sull'ipotesi di Letta presidente della Repubblica: "Questo gioco sistemare persone lo faceva D'Alema, però". Raffredda le frizioni in casa democratica: "Se al congresso si decide di voltare pagina, io sono per cambiare linea e rottamare subito le correnti. Lo dico per primo a quello che si chiamano renziani, dico loro 'guarite!"

Il sindaco liquida l'ipotesi di elezioni anticipate con un "Li asfalteremo", riferendosi agli avversari del Pdl. E poi il tema, spinosissimo, dell'agibilità politica del Cavaliere: "L'ipotesi di salvarlo non esiste. Se anche qualche furbastro ci provasse, ma non credo, Berlusconi ha una condanna definitiva con l'interdizione''. 

E con una battuta Renzi ha sciolto le riserve sulla sua candidatura"Io non credo di essere una superstar ne' un punto di riferimento. Anzi se dovessi descrivere con una battuta il fatto che io potrei essere uno dei candidati direi 'Quanto siamo messi male'". E poi ha aggiunto: "Io sto cercando di far vincere la sinistra, non di tradire la sinistra".