di Laura Lana

Sesto San Giovanni, 3 ottobre 2012 - «Aspettiamo il processo. Solo il giudice ci dirà come sono andate le cose». Giorgio Oldrini, sindaco sestese per dieci anni ed esponente Pd, commenta così la richiesta di rinvio a giudizio di Filippo Penati nell'ambito dell'inchiesta di Monza su tangenti e finanziamento illecito al partito. «Penati dice "Fatemi in fretta il processo". È una posizione forte e coraggiosa». Dei 47 indagati, per quasi 30 c'è già stata richiesta di rinvio a giudizio. Del filone più sestese dell'inchiesta, ormai, manca solo lui insieme all'ex direttore generale del Comune Marco Bertoli. Come i dieci piccoli indiani, tra un po' non ne rimarrà più nessuno. «È una situazione che non vivo bene, ma in questi mesi sono diventato fatalista: so che un provvedimento deve arrivare e lo aspetto».

Nell'elenco della Procura l'imprenditore Giuseppe Pasini figura tra le persone offese: sarebbe stato obbligato a pagare mazzette. È l'accusa. I processi si fanno per accertare se una persona è innocente o colpevole. Non per confermare che è colpevole. Pasini racconta sempre la storia del mancato arrivo di Banca Intesa, Sky e Arlington. Il primo caso non mi compete. Per gli altri fui io a portarli in visita nella nostra città e presentarli a Pasini, non il contrario. Poi, per vari motivi, queste occasioni non si sono concretizzate».

Eppure anche Piero Di Caterina, altra gola profonda dell'inchiesta, ribadisce le « richieste esose», nell'ambito dei trasporti, nella gestione del Comune sotto Oldrini e Bertoli, parlando di «banda bassotti». «La stessa definizione è stata usata dal consigliere Pdl Antonio Lamiranda. Trovo divertente che i due usino la stessa lingua. Lamiranda deve ancora spiegare perché a una manifestazione di Afol all'hotel San Giorgio, fu invitato da Di Caterina. E fu chiesto a lui di parlare pubblicamente anziché all'allora assessore Alessandro Pozzi».

Mesi di scandali in tutto l'arco costituzionale della politica. «Sì, è veramente troppo», borbotta l'ex sindaco indagato. Soldi sottratti a partiti e consigli regionali per cene, vacanze, lauree, auto. Nel Sistema Sesto, però, le tangenti vanno al partito. Vecchia disciplina comunista? Macché, non scherziamo, dice Oldrini. «Le differenze tra i casi Lusi, Belsito, Fiorito ci sono ed è bene vederle. Siamo arrivati a livelli intollerabili. Ma, quanto al Pd, non ho mai preso tangenti né per me né per il partito. Questa è l'accusa. Poi leggeremo la sentenza». Per la perizia della Procura sulle pratiche edilizie oltre il 90 per cento presenta motivi di contrasto e incompatibilità con le norme. «Esiste anche una controperizia della difesa, che dice il contrario. Deciderà il giudice».