Sesto San Giovanni, 1 agosto 2011 - Spunta anche un pdf nell'inchiesta della Procura di Monza su un presunto giro di tangenti per operazioni sulle aree ex Falck e Marelli e per la gestione del Sitam. Si chiama ''Documento finanziamento sig. Penati'' il file pdf spuntato tra il materiale informatico e non sequestrato dieci giorni fa nello studio di Renato Sarno, l'architetto indagato, assieme a una ventina di persone tra cui lo stesso Penati, nell'inchiesta dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia.

 

Sarno è un professionista stimato: in passato ha ricevuto incarichi anche dal San Raffaele e per quel che è noto avrebbe anche contribuito al finanziamento della campagna elettorale del 2009 di Filippo Penati in corsa per il secondo mandato alla Provincia di Milano. Ma quel file archiviato come ''finanziamento Sig.Penati'', trovato in uno dei computer nel suo ufficio assieme a documenti contabili, come ''il libro giornale dal 2006 al 2010'', ''i mastrini dal 2001 al 2010'', è ora al vaglio degli inquirenti per accertare se possa fornire nuovi spunti di
indagine.

 

Anche altre carte e lavori sono stati sequestrati all'architetto per essere analizzati al microscopio: cartelline con dentro ''varia documentazione'' di colore blu o azzurro ed etichettate come ''Caltagirone''; ''Torri Sesto S.G. Soc. Pace (Intini)''; ''H.S.R. San Raffaele''; ''Serravalle'' e ''287 Penati Rev.1 Rev.2'', ''287 Penati Di Martino Rev.1 aggiornamento Asl'', ''287 Penati Di Martino''.

 

Per la Procura Sarno risulta aver rivestito nel 2008 un ruolo tecnico nella stesura del contratto preliminare di
compravendita dell'immobile nell'ex area Falck tra Bruno Binasco, l' amministratore del gruppo Gavio a cui sarebbe legato, e Piero Di Caterina, l'imprenditore sestese che sotto forma di una 'finta caparra' si sarebbe visto
restituire, dietro mandato di Penati, circa due milioni di euro di presunte ''dazioni di denaro'' che, a suo dire, avrebbe consegnato nel corso di alcuni anni ''in cambio di favori'' all'ex sindaco di Sesto San Giovanni.

 

Su questa vicenda c'e' infine da registrare un particolare: tra gli atti depositati dai pm monzesi c'e' l'assegno della caparra di due milioni di euro firmato pero' da Norberto Moser, 75 anni e allora amministratore delegato di Codelfa, societa' sempre del gruppo Gavio.Nella seconda metà degli anni '90 Moser venne indagato, nel maggio del 1995 si costituì e finì sotto processo per un'inchiesta della Procura di Aosta ribattezzata ''scandalo delle cooperative militari''. Infine oltre a Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini, i due imprenditori indagati che hanno
denunciato il cosiddetto ''sistema Sesto San Giovanni'', ci sarebbe un testimone, Diego Cotti, ex genero di Pasini, che starebbe collaborando con gli inquirenti.