Caso Francesca Benetti: nuove ombre sul presunto killer

Inviati a Torino gli atti sulla scomparsa della professoressa di Cologno Monzese di Cristina Rufini

Francesca Benetti

Francesca Benetti

Grosseto, 1 agosto 2014 - Si aggiunge un particolare che potrebbe non essere di poco conto nella vicenda giudiziaria che ruota attorno alla scomparsa di Francesca Benetti, l’insegnante in pensione di 55 anni, originaria di Cologno Monzese, scomparsa il 4 novembre. Il presunto assassino Antonino Bilella, 69 anni, era il custode della tenuta di proprietà della Benetti nel grossetano. Un’informativa sull’enorme faldone — si parla di tremila pagine — sarebbe partita dal palazzo di viale Monterosa verso la Procura di Torino. C’è il massimo riserbo, nonostante l’ovvia curiosità di capire perché gli atti che riguardano la vicenda grossetana abbiano raggiunto il capoluogo piemontese.  Il legame tra l’agricoltore dell’agrigentino e Torino sta nel fatto che Bilella ha vissuto a lungo in questa città e vi ha lavorato come autotrasportatore. Condizioni che non sono certo sufficienti a giustificare l’invio degli atti di indagine sull’omicidio Benetti. Sulla vicenda, ovviamente, c’è il massimo riserbo, ma una giustificazione alla decisione di inviare gli atti delle indagini sulla vicenda maremmana potrebbe essere la conoscenza che Bilella aveva — anzi sembra fossero legati da rapporti di affari — con un uomo morto molti anni fa a Torino.  Una storia che i magistrati grossetani possono avere scoperto chiedendo informazioni sulle vicende piemontesi dell’agricoltore agrigentino.  La vicenda torinese archiviata come morte accidentale — tanto che all’epoca il magistrato piemontese non ritenne necessario eseguire l’autopsia sul corpo della persona deceduta — ha però attirato la curiosità della procura grossetana, tanto da spingerla a inviare i propri atti. Probabilmente perché trascorsero alcuni giorni dalla scomparsa della vittima al ritrovamento del corpo. Oltre questo, al momento, è impossibile sapere. In particolare che cosa la procura torinese abbia fatto con gli atti maremmani. L’enorme quantità di tempo trascorso dalla morte del conoscente di Bilella — sembra più di dieci anni — induce a ipotizzare che all’invio non seguirà alcunché.

di Cristina Rufini